Dieting: quando la dieta diventa una droga
Dieting: quando la dieta diventa una droga
I cali di peso si alternano alle risalite, creando un circolo vizioso nemico della salute
In America lo chiamano dieting: quando la dieta diventa un ossessione (o una droga), che tra cali di peso e risalite genera dipendenza e sviluppa vere e proprie crisi d'astinenza.
A lanciare l'allarme sul fenomeno, il XXII Congresso nazionale dell'Associazione nazionale dietisti (Andid), riunito a Milano dal 20 al 22 maggio.
Come spiega Giovanna Cecchetto, presidente Andid, il dieting è "La tendenza a sentirsi costantemente in obbligo di stare a dieta, spesso frutto del fai-da-te senza buon senso, che porta a diete iniziate e mai finite, incostanti e mal strutturate, che creano la sindrome da yo-yo, causa numero uno della dipendenza". E la sindrome da yo-yo (cali e risalite continue di peso), ed è portatore di diversi problemi.
Innanzitutto, la frustrazione psicologia. La fase di calo è basata su una regole rigide (e spesso errate), che escludono un gran numero di cibi ed alla lunga crollano. "Una dieta ultra rigida non è sostenibile", spiega il dottor Giorgio Bedogni, del Centro studi fegato di Trieste.
Inoltre, il dimagrire non è automatico. Il corpo è infatti capace di adattarsi alla condizione di ristrettezza, bruciando meno calorie del previsto e minando la determinazione del soggetto.
A questo punto scatta la fase due dello yo-yo, il consumo dei cibi più graditi e golosi e di junk-food, spesso senza controllo. Questo porta a problemi emotivi ("Sensi di colpa, ansia e scarsa stima di sé") che favoriscono l'aumento di peso, ed il conseguente desiderio di dieta. Ed il circolo ricomincia.
Allora, gli studiosi offrono qualche consiglio per evitare tali insidie.
In primis, evitare il self-service. Come fa notare la dottoressa Cecchetto, bisogna "Affidarsi ad un professionista esperto che sappia tenere nella giusta considerazione abitudini alimentari e di vita scorrette, ma anche i gusti, le preferenze e gli aspetti emotivi legati al significato che il cibo ha per ognuno di noi".
Inoltre, bisogna imparare a vedere alimentazione e salute in un contesto più ampio. Spiega la dottoressa Ambra Morelli, dietista alla clinica San Carlo di Paderno Dugnano: "Non si deve 'togliere', piuttosto 'inserire' nella dieta alimenti in modo corretto, equilibrato e vario". Ovviamente, "non si deve mangiare tutto insieme, ma saper scegliere come alimentarsi senza escludere nulla. Le 'diete del divieto' a schema rigido e austero sono fallite e non hanno più senso. Non ci sono alimenti che fanno male, si deve saper scegliere con libertà cosa mangiare con più frequenza. Questa è sicuramente una dieta 'piacevole', attenta al lato emotivo perché dà gratificazione e il piacere del cibo".
E, come consiglia il dottor Bedogni, bisogna "imparare a mangiare e, soprattutto, svolgere attività fisica, spesso sottovalutata. Il che non significa dover obbligatoriamente andare in palestra, ma muoversi ogni giorno, concedendosi una camminata per esempio. Lo stile di vita, insomma, è importante, ancora di più delle diete. E' un investimento nella salute. E se ci si muove, si può mangiare di più e si perde peso".