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Diminuisce negli Usa il consumo della birra

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Diminuisce negli Usa il consumo della birra
Sembrerebbe proprio di sì. Se infatti nel 1999 la birra rappresentava il 56% delle bevande alcoliche consumate, nel 2010 la sua parte di

mercato è scesa al 49%. In compenso, gli americani consumano più vodka, cognac e altri superalcolici (33%). Il vino arriva in terza

posizione, guadagnando il 2%. Dopo il caffè espresso, la classe media americana ha imparato ad apprezzare il vino e i cocktail esotici. Al

contrario, il cognac è diventato il drink preferito dai rapper: quando il giamaicano di Brooklyn Busta Rhymes cantava "Pass The Courvoisier",

le vendite di questa marca sono esplose. Sebbene gli Usa non siano, secondo l'Oms, i più grandi consumatori di alcolici al mondo (sono ben

lontani in classifica da Moldavia, Russia, Francia e Regno Unito, con consumi, rispettivamente, di 19,2, 15,7, 13,7 e 13,4 litri di alcol

all'anno per abitante), i consumi americani aumentano costantemente del 2% all'anno. Grazie anche al fatto che sono sempre più numerosi (37 attualmente, ultima in ordine di tempo la Georgia) gli stati che rinunciano a proibire la vendita di alcolici la domenica: una norma imposta dai puritani nel XVII secolo. Ma il Proibizionismo è lungi dall'essere un ricordo in molte contee. Come quella di Bourbon nel Kentucky: nella patria dell'omonimo whisky è possibile procurarsene una bottiglia soltanto nelle cantine. Intanto il presidente degli Stati Uniti, Barack Obama, lo scorso maggio, durante la visita a Moneygall, la piccola cittadina irlandese dalla quale provengono i suoi antenati, ha trovato il tempo per fermarsi alla birreria di Ollie Hayes, uno dei due pub locali. Obama si è bevuto un bicchiere di Guinness, celeberrima birra scura o stout irlandese. Fino all'ultima goccia. Quale migliore pubblicità per far ripartire i consumi di birra negli Usa?

 

(Articolo pubblicato dal CUFRAD sul sito www.alcolnews.it)