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Dipendenza da alcol e cocaina: la residenzialità specialistica breve

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Dipendenza da alcol e cocaina: la residenzialità specialistica breve
L'interesse per la residenzialità specialistica breve è in grande aumento tra gli operatori che si occupano di trattamento e riabilitazione

nel settore delle dipendenze patologiche, dell'alcolismo e dei percorsi di salute comunitari in genere.
Il fenomeno del poliabuso e della polidipendenza è sempre più evidente sia per i dati degli studi sulle tendenze dei consumi, sia per la

numerosità dei pazienti afferenti ai servizi di cura.
Le persone che hanno chiesto un trattamento per la dipendenza da cocaina in Italia nel 2010 sono state quasi 30.000, quelle con problemi di alcoldipendenza in cura nello stesso periodo sono state 70.000. Si valuta nel 30% la contemporanea significativa assunzione di alcol e cocaina tra questi pazienti.
Non mi soffermo sulle stime di diffusione di queste droghe nella società, ovviamentemolto più elevate dell'evidenza clinica attuale; segnalo

che queste sostanze sono erroneamente percepite come a basso rischio, vissute spesso come ricreazionali e nella convinzione che non creino dipendenza. Per l'alcol inoltre permangono letture culturali e sociali non sempre positive per la tutela della salute pubblica.
L'abuso e la dipendenza da cocaina e alcol rappresentano patologie gravi, ad alto rischio di recidiva e dai costi sociali e sanitari assai

elevati. Il potenziale d'abuso e la tossicità sono elevatissimi. Variabili sono i quadri clinici, fino a vere e proprie emergenze mediche.
Una grande attenzione deve essere posta alle problematiche di tipo psichiatrico, spesso correlate all'uso di psicostimolanti e abuso di alcol

dei soggetti in trattamento.
Le criticità nella osservazione e diagnosi, nella capacità di ritenzione in trattamento, nella definizione di setting di cura, nell'avere a

disposizione strumenti reali di intervento, sono nodi fondamentali che devono essere affrontati nel sistema di cura.
Non è difficile formulare proposte operative: personalmente ho potuto impostare gli interventi nei servizi che dirigo basandomi sui bisogni

dei pazienti in una visione complessiva della dipendenza da addiction, lontano da quella artificiale distinzione tra droghe legali e illegali

che è foriera solo di interventi ascientifici e fortune politiche.
Serve maggiore qualificazione, procedere a una riorganizzazione dei servizi, probabilmente a notevoli cambiamenti dei percorsi clinici e

riabilitativi sia ambulatoriali che residenziali.
Il trattamento residenziale breve delle dipendenze da alcol e cocaina Ogni ridefinizione deve tenere conto della evoluzione dei fenomeni e

utilizzare un metodo di lavoro che unisca i migliori strumenti terapeutici disponibili con una corretta visione motivazionale e

riabilitativa.
L'associazione frequente tra consumo di alcol e di cocaina ha messo infatti a nudo la necessità di interventi qualificati, specialistici,

intensivi, che richiedono anche periodi residenziali e la capacità di costruire una robusta rete territoriale.
Credo che sia proprio nella capacità clinica di saper effettuare diagnosi puntuali e definire adeguati piani terapeutici nello stesso tempo

lineari e flessibili che si giochi la capacità del moderno professionista delle dipendenze.
Un altro obiettivo da considerare attiene invece allo sviluppo delle competenze organizzative, essenziali per attivare la rete socio

sanitaria del territorio, che deve garantire il continuum terapeutico per il cittadino con problemi di dipendenza.
La moderna medicina si qualifica proprio per il saper garantire la continuità tra interventi ospedalieri e territoriali, tra diversi

specialismi e specialisti, tra servizi specialistici e di base, tra sociale e sanitario, con collanti forti come devono essere i servizi
dedicati e i medici di medicina generale.
Il lavoro di Mauro Cibin e Ina Hinnenthal si muove in questo orizzonte.
Conosco il "Modello Soranzo" e ho seguito in questi anni la sua evoluzione. L'attenzione, che il volume ben documenta, al tema centrale della prevenzione delle ricadute e all'utilizzo dei più avanzati strumenti cognitivi, rappresenta una fonte per migliorare la qualità e l'appropriatezza degli interventi.
Inoltre lo spirito pragmatico di tante proposte sviluppate nel volume, e che riconosco in tanti professionisti italiani, mi spinge ad

affermare con certezza che il sistema di intervento italiano continuerà ad essere il migliore in Europa in termini di capacità di
accesso, cura e risultati.
tratto da: Introduzione a "Il trattamento residenziale breve delle dipendenze da alcol e cocaina. Il modello Soranzo"
Alfio Lucchini - Direttore Dipartimento Dipendenze ASL Milano 2. Presidente nazionale FeDerSerD (Federazione Italiana degli Operatori dei Dipartimenti e dei Servizi delle Dipendenze)


(Articolo pubblicato dal CUFRAD sul sito www.alcolnews.it)