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Dipendenza da cibo: gli effetti dell'indice glicemico visti alla Risonanza Magnetica

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Dipendenza da cibo: gli effetti dell'indice glicemico visti alla Risonanza Magnetica

Fonte: American Journal of Clinical Nutrition


Titolo originale e autori: Effects of dietary glycemic index on brain regions related to reward and craving in men. Am J Clin Nutr. 2013 Jun 26.-Lennerz BS, Alsop DC, Holsen LM, Stern E, Rojas R, Ebbeling CB, Goldstein JM, Ludwig DS.


Ci sono alcuni alimenti che, più di altri, hanno la capacità di attivare le stesse aree cerebrali coinvolte nella dipendenza da sostanze. Lo hanno dimostrato i ricercatori dell'Obesity Prevention Center del Boston Children's Hospital, studiando come particolari carboidrati agiscano sui centri del piacere del cervello in maniera analoga a come fanno le droghe. I risultati della ricerca, pubblicata sull'American Journal of Clinical Nutrition, hanno mostrato che, in particolare, i cibi ad alto indice glicemico stimolano la produzione di dopamina nel nucleo accumbens, una regione cerebrale che gioca un ruolo chiave nei comportamenti di dipendenza. I ricercatori hanno reclutato 12 volontari di sesso maschile, con un'età compresa tra i 18 e i 25 anni, con un indice di massa corporea che li collocava tra il sovrappeso e l'obesità. Tutti i partecipanti dovevano bere, in tempi diversi, due frullati che in apparenza risultavano uguali: stesso colore, stesso sapore, stesse calorie. Uno però conteneva carboidrati ad assorbimento veloce (alto indice glicemico), mentre l'altro a basso indice glicemico e a lento assorbimento. L'indice glicemico è un parametro che misura la velocità con cui aumenta la concentrazione di glucosio nel sangue in seguito all'assunzione di un dato alimento. Monitorando la glicemia e, tramite risonanza magnetica funzionale, l'attività cerebrale dei partecipanti nelle 4 ore successive all'assunzione, gli scienziati hanno scoperto che i cibi ad alto indice glicemico causano un iniziale aumento nei livelli di zuccheri, seguito da una rapida diminuzione nelle ore successive, riduzione della glicemia che è risultata essere associata ad un appetito eccessivo e ad un'attivazione intensa del nucleus accumbens, con rapido rilascio di dopamina, un neurotrasmettitore fondamentale nella regolazione del piacere. Tale fenomeno non dipenderebbe tanto dalle calorie presenti nel cibo, quanto dal suo indice glicemico.
Secondo gli studiosi, limitare i carboidrati ad alto indice glicemico, come il pane bianco e le patate, potrebbe aiutare le persone obese a ridurre la ricerca di cibo e a controllare il bisogno di mangiare eccessivamente.


(Articolo pubblicato dal CUFRAD sul sito www.alcolnews.it)