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Dipendenza da PC e videogame: si rischia la E-trombosi

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Xbox letale per i giovanissimi
di Claudio Tamburrino


Vita sedentaria, cattiva alimentazione, sono soltanto alcune controindicazioni della società moderna. Che spesso sono causa di gravi malattie alcuni delle quali poco note, ma non per questo meno letali. È il caso di quella che gli esperti definiscono E-trombosi. Patologia sempre più diffusa tra i giovanissimi, che porta all'immediato decesso in seguito all'eccessivo tempo passato davanti ad un PC o giocando ai videogame.


Si tratta di un'ostruzione parziale o completa di una vena della circolazione venosa profonda di un arto da parte di un coagulo di sangue portata da un lungo periodo di immobilità e per una serie di casi che hanno attirato i media internazionali e la "e" (generalmente associata all'elettronica) che ne precede il nome, questa forma di trombosi è stata associata a doppio filo alle dipendenze dai videogiochi.


Uno di questi ha riguardato il 20enne Chris Sniforth, morto dopo una maratona di 12 ore di giochi davanti alla Xbox: un coagulo si è formato nel polpaccio sinistro di Chris e da lì è passato ai polmoni dove ha provocato un'embolia polmonare. Oltre alla posizione seduta prolungata il ragazzo si era messo al joypad carico di birra ed energy drink ricchi in caffeina, fattori che hanno contribuito alla sua deidratazione, altro fattore associato alla trombosi.


Ad aprile di quest'anno, poi, un altro 20enne, il Taiwanese Chen Rong-yu, è morto dopo aver passato seduto a giocare più di 20 ore: le foto del suo cadavere (particolarmente cruente perché il tempo alla console è stato così lungo da bloccarlo seduto nel rigor mortis) hanno fatto il giro della Rete, contribuendo a sollevare preoccupazione ed attenzione sui rischi di sessioni prolungate di gioco.


In realtà, però, il problema non può e non deve essere associato direttamente ed esclusivamente ai videogiochi, ma piuttosto alla vita sedentaria moderna: oltre alla sedentarietà del paziente, causa dell'attacco è un'alimentazione non particolarmente sana e una forma non ottimale, piaghe comuni dell'uomo moderno, fermo ore e ore davanti al computer, magari alimentato dal cosiddetto cibo spazzatura che contribuisce ad intasare le vene con grassi saturi.


Un'associazione di volontariato che si occupa dello studio della trombosi , Lifeblood , spiega infatti che "se si sta seduti per periodi prolungati il flusso di sangue attraverso le gambe cade in basso. Se si siedi per 90 minuti, si interrompe il flusso di sangue nella vena dietro il ginocchio fino al quaranta o cinquanta per cento. Ed è questo apporto minore di ossigeno nelle vene che stimola la formazione di coaguli".


Già diagnosticata da uno studio neozelandese del 2003 che collegava le ore passare seduti davanti ad un computer (o ad un'altra forma di intrattenimento statica) alle trombosi e ad un aumentato rischio di embolie polmonari, Lifeblood ha notato un sempre maggiore interesse nei confronti dell'e-trombosi, " o perché sta avendo un sempre maggiore riconoscimento o perché si sta presentando più frequentemente".


Insomma, abitudini sempre più legate alla scrivania, al computer o alle console stanno aumentando l'incidenza di questa forma di trombosi e, di conseguenza, l'attenzione nei suoi confronti.


In seguito alla morte di Chris, Microsoft, produttore dell'Xbox, ha sottolineato come "incoraggi il gioco responsabile attraverso campagne educative come Play Smart e Play Safe". Tutta una serie di associazioni, poi, cercano di sottolineare l'importanza del gioco responsabile.


Siti come take-time-out.info o askaboutgames.com suggeriscono una serie di accortezze sufficienti a salvaguardare la salute (e la vita) dei giocatori, come non incrociare le gambe per lunghi periodi o fare una pausa almeno ogni 90 minuti in modo da stimolare la circolazione bloccata.


(Articolo pubblicato dal CUFRAD sul sito www.alcolnews.it)