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Dipendenza da PC, Web e Social Network: osservazioni

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Dipendenza da PC, Web e Social Network

Internet e il suo utilizzo spesso diventano un problema di cui i genitori dovrebbero preoccuparsi. Ecco quali sono i campanelli d'allarme
L'utilizzo del computer, oggi, rientra nelle attività quotidiane di bambini, adolescenti e adulti. Chat e social network rappresentano un

nuovo modo di comunicare, immediato e familiare, attraverso cui, soprattutto gli adolescenti, cercano nuove conoscenze o mantengono quelle già esistenti. Internet permette anche di superare barriere spaziali e temporali, tanto che i ragazzi (e spesso anche i loro genitori!) si

divertono a giocare online con amici o sconosciuti di qualsiasi parte del mondo, stando ognuno comodamente seduto sul proprio divano di casa.

Internet è dunque, il fenomeno culturale dei nostri giorni. Il disturbo di cui si parla è definito internet-dipendenza , retomania o anche Internet Addiction Disorder (I.A.D.), termine utilizzato nel

1995 dallo psichiatra americano Ivan Goldberg.
Vi sono alcuni comportamenti che potrebbero essere possibili campanelli d'allarme:

l'uso prolungato del PC, senza averne cognizione ;
la necessità di accedere ad internet ogni qual volta possibile, trovando difficile il distacco;
provare soddisfazione dal tempo trascorso "in rete";
la marcata riduzione di interesse per altre attività che non siano internet;
l'isolamento dalla propria famiglia, dai propri amici, dai propri interessi e doveri quotidiani;
evidente stato di euforia, manifestato da esclamazioni o commenti ad alta voce ad esempio;
nervosismo o reazioni di insofferenza quando si è costretti ad allontanarsi dal pc;
apatia, depressione o irritabilità quando non si riesce ad accedere alla rete.

In Italia il rischio che questo problema si diffonda è reale, tanto che l' Eurodap (Associazione Europea Disturbi da Attacchi di Panico) ha

lanciato l'allerta per questo nuovo fenomeno. L'Eurodap ha condotto un sondaggio on line, che ha coinvolto 800 persone che posseggono un computer e navigano sul web (uomini e donne tra i 20 e 75 anni). Dal risultato è emerso che per il 70% degli intervistati al di sotto dei 55

anni usare il pc al di là dei motivi di lavoro per più di 2 ore al giorno è normale e sano. Solo il 15% dei partecipanti al sondaggio, di età

compresa tra i 55 e i 75 anni, ne fa un uso più moderato e non lo considera un miglioramento per i rapporti sociali, ma solo uno strumento

utile. Il rimanente 15%, pur non facendone un uso eccessivo, non si preoccupa di come, un uso eccessivo di Internet, possa incidere sulla

qualità della propria vita. Come sostiene Paola Vinciguerra, presidente dell'Eurodap, "Analizzando le risposte degli intervistati si ha la

sensazione di trovarsi di fronte a persone completamente dipendenti dal pc ma che non si ritengono tali, con la convinzione di poter smettere in qualsiasi momento. Chi passa ore davanti al pc, inoltre, pensa che non ci sia il pericolo della dipendenza". Invece, continua la

Vinciguerra "l'uso del computer in maniera incontrollata è molto pericoloso e l'uso eccessivo di chat, social network, sms ed e-mail può

generare comportamenti ossessivi, ansia e depressione".
L'atteggiamento dei genitori dovrebbe essere di dialogo e di giusto controllo dei propri figli e del loro tempo trascorso davanti al PC,

nell'ottica di prevenire una possibile dipendenza da Internet e relative conseguenze negative sulla loro salute psico-fisica.
Se però, si arriva in ritardo, i genitori dovrebbero rivolgersi a personale specializzato. Una risposta, ad esempio, è stata data dal

Policlinico Gemelli di Roma, dove nel 2009 è stato aperto un ambulatorio dedicato all'Internet Addiction Disorder. Lo psichiatra Federico

Tonioni, coordinatore del'ambulatorio spiega: "L'utilizzo patologico di internet provoca sintomi fisici molto simili a quelli manifestati da

tossicomani in crisi di astinenza. Grazie a questo nuovo ambulatorio potremo garantire ai nostri pazienti di contenere quel malessere che per molti durante l'astinenza dal web si trasforma in ansia, depressione e paura di perdere il controllo di ciò che accade in internet,

intervenendo nella struttura mentale sottostante alla dipendenza con curiosità e umiltà".