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Dipendenza da psicostimolanti, una revisione scientifica sui trattamenti

fonte: Neuropharmacology
 

Il trattamento della dipendenza da psicostimolanti è da sempre considerata una  grande sfida  i cui risultati sono spesso poco soddisfacenti per gli scienziati. Tale dipendenza non prevede terapie di mantenimento con farmaci ad azione agonista, come per gli oppioidi ed è stato osservato che per gli psicostimolanti non vi è alcun farmaco che abbia incontrato i criteri per l’approvazione alla regolamentazione o per l’utilizzo. Fino ad ora il trattamento maggiormente utilizzato per questa specifica dipendenza è stato quello della terapia cognitivo-comportamentale (CBT).

Questo articolo, condotto da un gruppo di ricercatori americano, ha esaminato le potenzialità di trattamenti farmacologici per la dipendenza da psicostimolanti, così come i più efficaci trattamenti comportamentali.
Secondo gli studiosi gli interventi farmacologici possibili sono la terapia con agonisti, quella con antagonisti (inclusi i vaccini), il sollievo dei sintomi causati dall’astinenza o dalla comborbidità mentale. La strategia potrebbe essere quella di cambiare il metabolismo degli psicostimolanti, di ridurre il craving oppure quello di modificare gli effetti avversi causati dall’autosomministrazione di psicostimolanti.

Ciononostante, i ricercatori concludono indicando che non esistano ancora terapie farmacologiche efficaci per combattere questa specifica dipendenza. E’ dunque importante continuare a concentrarsi su quelle terapie comportamentali ritenute fondamentali per la lotta alla dipendenza da psicostimolanti.

Phillips K.A., Epstein D.H., Preston K.L., Psychostimulant addiction treatment, Neuropharmacology, 2014, 1-11, in press

http://www.droganews.it/news/2275/Dipendenza_da_psicostimolanti%2C_una_revisione_scien.html

(Articolo pubblicato dal CUFRAD sul sito www.alcolnews.it)