338-1938888 o 331-2460501/2/3 o 0172-55294[email protected]

News di Alcologia

Dipendenza sana e dipendenza patologica: aspetti psicologici

Dipendenza sana e dipendenza patologica: aspetti psicologici

DIPENDENZA RELAZIONALE E "L'INCAPACITA' DI MITIGARE LA SOLITUDINE"

Si è realmente indipendenti quando si è capaci di dipendere: ciò rende subito chiara l’idea che invece di parlare di un doppio asse dipendenza-indipendenza è più corretto parlare di dipendenza sana e dipendenza patologica.


La nostra cultura ha sempre associato la dipendenza a debolezza, insicurezza, passività, incapacità di provvedere a se stessi e, in senso lato, al genere femminile, creando di certo dei pregiudizi. Il concetto di dipendenza va sempre declinato culturalmente, si pensi infatti a come è cambiato negli ultimi 50 anni o di come sia diverso all’interno delle varie culture. Ad es. gli americani considerano la società giapponese che attribuisce grande valore all’unione e all’armonia fra le persone, come formata da individui conformisti e dipendenti; di contro i giapponesi interpretano l’individualismo della società americana come aggressività ed esagerata indipendenza.


Ma chi sono realmente i dipendenti? La dipendenza patologica si basa su un’idea immodificabile dell’altro come oggetto esclusivo e su un’idea di sé come soggetto bisognoso, incapace di provvedere da solo alla propria sopravvivenza. Al contrario, in una condizione di dipendenza sana, troviamo condivisione con l’altro, patteggiamento e capacità di accettare la tensione implicita nel rapporto (negoziazione), che impedisce una completa passività da una parte e dominanza dall’altra.


Spostandoci nel continuum della dipendenza non sana, le persone con disturbo dipendente della personalità si riconoscono per una profonda insicurezza nelle proprie capacità e risorse, per il continuo bisogno di essere accuditi, per i comportamenti sottomessi, per l’impossibilità a prendere scelte autonome di qualsiasi tipo, affidandosi sempre a qualcuno (partner, figli, parenti…). Sono persone schive e inibite, terrorizzate dall’idea dell’abbandono, che pur di garantirsi la certezza di una relazione e la vicinanza di un partner arrivano ad accettare di tutto. Finché riesce a mantenere la relazione di dipendenza da cui comunque trae forza, la persona dipendente può condurre una vita più o meno equilibrata ma quando la relazione finisce (per una morte o separazione) può manifestare reazioni patologiche. Fra i meccanismi di difesa più utilizzati vi è la negazione, atteggiamento psicologico che porta a rimpicciolire o addirittura a non riconoscere i conflitti e le ostilità anche interne e soprattutto a negare la propria dipendenza, attribuendo colpe o inadeguatezze a circostanze o eventi esterni, non riconoscendo la realtà delle cose.


(...omissis...)


Denebola Ammatuna (Psicologa)


copia integrale del testo si può trovare al seguente link: http://www.laspia.it/dipendenza-relazionale-lincapacita-mitigare-solitudine/


(Articolo pubblicato dal CUFRAD sul sito www.alcolnews.it)