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Dipendenze: approcci, trattamenti, strategie. Intervista a Nora Volkow

cufrad news alcologia dipendenze Nora Volkow DPA


L'intervista del Direttore
In questi giorni, presso la sede del Dipartimento Antidroga della Casa Bianca (ONDCP) è stato siglato un importante accordo di collaborazione scientifica tra il Governo italiano, rappresentato dal Senatore Carlo Giovanardi e i delegati governativi del Dipartimento Antidroga americano. In questa sede sono state condivise e create le basi per rafforzare ed implementare la collaborazione bilaterale in materia di prevenzione, ricerca nel campo delle neuroscienze e riabilitazione delle persone dipendenti da droghe nonché delle politiche/strategie generali di azione.
L'intesa darà il via ad importanti scambi tra i due governi sulle migliori prassi cliniche ed aprirà momenti di confronto sulle politiche e

sulle strategie in materia di droga che si concretizzeranno in collaborazioni tra i più importanti istituti di ricerca del governo americano

e centri clinici italiani in materia di prevenzione, intervento precoce, trattamento, riabilitazione, recupero e reinserimento.
In questo contesto il nostro Direttore e capo Dipartimento Politiche Antidroga, Giovanni Serpelloni, ha incontrato la dottoressa Nora Volkow,

direttore del National Institute on Drug Abuse, con la quale ha potuto confrontarsi su diversi temi in materia di dipendenze. Siamo lieti di

poter offrire uno spaccato di questo confronto, ponendo all'attenzione dei nostri lettori, alcune delle domande, in versione originale, a cui

la dottoressa Volkow ha risposto.

D. Dott. Nora Volkow come neuroscienziato e come direttore del NIDA potrebbe spiegarci che cosa è la dipendenza?
R. C'è una regione del cervello (chiamato sistema limbico) che si occupa del processo iniziale delle informazioni relative a eventi e stimoli

gratificanti, come il cibo, il sesso, la crescita del giovane o l'impegno in interazioni sociali positive. Il neurotrasmettitore dopamina

gioca un ruolo di primo piano nell'elaborazione delle informazioni scorrendo attraverso il sistema di ricompensa. Come si può immaginare, da

un punto di vista evolutivo, questo meccanismo è incredibilmente importante per aumentare le possibilità di sopravvivenza, perché gli eventi

naturalmente gratificanti sono generalmente buoni per noi. Purtroppo ci sono altri eventi gratificanti non naturali talmente intensi da

sopraffare il naturale sistema di gratificazione. L'abuso di sostanze rappresenta il prototipo non naturale della ricompensa che, attraverso

la regolazione della dopamina, può squilibrare il sistema di ricompensa e spingere alcune persone (coloro considerati vulnerabili per una

serie di ragioni) in una spirale di abusi che possono portare a quella devastante malattia del cervello che, noi chiamiamo dipendenza. Le

persone tossicodipendenti mostrano una serie di sintomi caratteristici, come la mancanza di interesse per gli stimoli gratificanti, craving

intenso, uso compulsivo e nonostante le note conseguenze negative, non hanno la capacità di smettere di fare uso di droghe, anche se poi l'individuo desidera farlo. Ci sono due punti importanti che vale la pena sottolineare. In primo luogo, che la dipendenza è una malattia del cervello, perché l'abuso di droga cronico porta a cambiamenti notevoli nella nelle attività cerebrali e non solo nel sistema di ricompensa, ma anche più tardi, nelle zone che controllano funzioni cognitive superiori, come la memoria e il processo decisionale. In secondo luogo, le persone differiscono ampiamente non solo nel rischio di fare abuso di droghe, ma anche nel diventare dipendenti dalle sostanze, una volta iniziato il processo di abuso.
D. L'abuso di farmaci prescritti sta diventando un serio problema negli USA, quali sono i provvedimenti che state prendendo per risolverlo?
R. In primo luogo, è essenziale per noi comprendere come le tendenze stiano cambiando. Questo è il motivo per il quale sosteniamo lo

svolgimento di indagini epidemiologiche che continuano a monitorare da vicino i modelli, le fonti, e le motivazioni sull' abuso di droghe in

generale e che comprende l'abuso di farmaci prescritti. Queste informazioni, a loro volta sono in grado di informare lo sviluppo di

interventi di prevenzione mirati. Sosteniamo inoltre la ricerca volta a sviluppare e testare farmaci e/o formulazioni con ridotto rischio di

abuso; questo è particolarmente pertinente nel settore dei farmaci per il dolore. Infine, il NIDA sostiene la ricerca di trattamenti per la

dipendenza da farmaci prescritti . Sul fronte della divulgazione, stiamo attuando uno sforzo congiunto per sviluppare un Surgeon General's

Call to Action on Prescription Drug Abuse tra i giovani, un documento su base scientifica destinato a stimolare l'azione a livello nazionale

tra i gruppi di stakeholders per affrontare questo grave problema di salute. Questo impegno nasce dal dipartimento Antidroga della Casa

Bianca che ha sviluppato un piano strategico per l'abuso dei farmaci prescritti e ha raccomandato la Call to Action/ Invito all'Azione.

Sempre nel contesto della pubblica istruzione, siamo impegnati in una vigorosa campagna per informare il grande pubblico che, contrariamente ad una errata percezione comune, l'abuso di farmaci prescritti (per esempio, prendere un farmaco soggetto a prescrizione che non è stato prescritto, o prendere qualcosa per ragioni o in dosi diverse da come prescritto) è in grado di produrre gravi conseguenze, come la dipendenza e anche la morte. Siamo inoltre impegnati nel dialogo dinamico e produttivo sulla responsabilità dei medici che prescrivono farmaci volto ad individuare le lacune nel sistema e ad ottimizzare le pratiche di prescrizione al fine di minimizzare il rischio di deviazione e abuso, massimizzando l'accesso e la disponibilità di farmaci salvavita. Questi sforzi sono, infatti, parte di un'iniziativa più ampia NIDA, NIDAMED, che vuole coinvolgere attivamente i medici nell'identificazione dei pazienti considerati a rischio o che hanno già sviluppato alcuni dei segni e sintomi di problemi di abuso di sostanze. Un esempio importante è lo screening sul consumo di droga del NIDA, uno strumento interattivo web-based che guida i medici attraverso una breve serie dei quesiti diagnostici e, in base alle risposte del paziente, genera un punteggio che indica il livello di intervento necessario sulla sostanza utilizzata. Un'altra componente fondamentale di NIDAMED è rappresentata dai Centri di Eccellenza per l'Informazione Medica (Coes), che raccolgono e forniscono fonti contenenti informazioni accurate sull' abuso di sostanze, la dipendenza, le sue conseguenze, e il trattamento in una varietà di stili che possono essere incorporati nelle facoltà di medicina e nelle attività di tirocinio.
D. Riguardo il trattamento delle dipendenze negli Stati Uniti, possiamo parlare di nuovi approcci?
R. Un settore promettente nell'ambito della ricerca sul trattamento delle dipendenze è quello dei vaccini contro la dipendenza, in

particolare da nicotina, cocaina e oppiacei. La vaccinazione è una strategia consolidata per la quale il corpo è costretto a produrre

anticorpi che neutralizzano gli agenti patogeni (ad esempio, virus, parassiti, tossine). Si è proceduto solo di recente all'esplorazione di

questo concetto, arrivando a considerarlo un'alternativa potenzialmente valida nel trattamento della dipendenza. Gli anticorpi prodotti con

l'assunzione di particolari droghe attaccano la droga quando questa è ancora in circolo nel sangue, limitandone così l'accesso al cervello e

contrastandone gli effetti farmacologici /comportamentali. I vaccini antidroga hanno un paio di vantaggi rispetto ai tradizionali interventi

farmacologici. Innanzi tutto è ovvio che essi non hanno effetto psicoattivo, né tanto meno di assuefazione, per cui non comportano le

preoccupazioni tipicamente legate invece all'uso di alcuni farmaci contro la dipendenza attualmente disponibili (ad esempio, il metadone). In

secondo luogo, non richiedono una somministrazione giornaliera per via orale, in quanto la risposta degli anticorpi è più duratura, anche se

potrebbe essere necessaria un'inoculazione ripetuta. Altri fattori positivi da considerare sono le formulazioni a lunga durata dei farmaci

contro la dipendenza che assicurano conformità, migliori risultati, e minore tendenza alla trasgressione e all'abuso. Il primo esempio è

Vivitrol, una formula a rilascio prolungato di naltrexone, un antagonista dei recettori degli oppioidi, approvato inizialmente nel 2006

dall'FDA per il trattamento della dipendenza da alcol e riconosciuto di recente per il trattamento della dipendenza da oppioidi sulla base

dei risultati di studi condotti in Russia su pazienti con dipendenza da eroina. Vivitrol è il primo farmaco non-narcotico, che non sviluppa

dipendenza e a rilascio prolungato, approvato per il trattamento della dipendenza da oppiacei e rappresenta una svolta importante nell'

approccio al trattamento. Il secondo esempio è Probuphine, un'innovativa formula ad impianto sottocutaneo che garantisce il rilascio costante della dose di buprenorfina, un farmaco commercializzato da oltre sei mesi, in seguito ad un trattamento, e la cui sperimentazione è attualmente in Fase III.
Oltre a questi e ad altri farmaci, il NIDA sta investendo in modo significativo nella ricerca, sviluppo e sperimentazione di alternative

basate sulla tecnologia (ad es. tecnologia web-based e mobile) che consentono di attuare interventi complessi a basso costo, senza comportare un aumento delle richieste per quanto riguarda i tempi di lavoro o le esigenze formative e con un elevato potenziale di diffusione capillare.

Prevediamo inoltre sviluppi molto interessanti nel campo della medicina personalizzata. Ad esempio studi recenti suggeriscono l'uso di

tecniche di imaging del cervello per la previsione e il controllo dell'efficacia di determinati interventi farmacologici volti alla

cessazione dell'abitudine del fumo. Allo stesso modo, studi di genomica hanno rivelato variazioni genetiche nella famiglia del recettore

nicotinico che potrebbero influenzare in modo significativo il medico nell'elaborazione di un piano efficace di cessazione dell'abitudine del

fumo.
D. Il nostro Dipartimento collabora col NIDA. Qual è l'importanza dello scambio di conoscenze in questo settore?
R. Esso è di estrema importanza. La dipendenza è un disturbo bio-comportamentale complesso, cosa che comporta in teoria un aumento (fattori di vulnerabilità) o una riduzione (fattori di protezione) del rischio netto di abuso e dipendenza dovuto a molteplici aspetti della vita di un individuo. Si tratta quindi di un settore in cui l'esperienza combinata di discipline diverse (ad es. genetica, neurologia, farmacologia, sociologia, istruzione, assistenza sanitaria, ordine pubblico, ecc.) va esercitata in modo da arginare l'opprimente peso individuale, sociale ed economico rappresentato da questo disturbo.

Ringraziando la dottoressa Nora Volkow per la usa disponibilità, auspichiamo che la collaborazione fra i Governi di tutto il mondo si

rafforzi quotidianamente, raggiungendo obiettivi sempre più alti per il contrasto ad ogni forma di dipendenza e per liberare gli individui e

la società civile dalle conseguenze dannose che l'uso di droga provoca.

(Articolo pubblicato dal CUFRAD sul sito www.alcolnews.it)