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Dipendenze senza sostanza: aspetti clinici e terapeutici

Dipendenze senza sostanza: aspetti clinici e terapeutici

DIPENDENZE SANE E PATOLOGICHE: ASPETTI CLINICI E TERAPEUTICI


Introduzione
L’organizzazione Mondiale della Sanità (OMS)
descrive il concetto di dipendenza patologica come quella condizione psichica, e talvolta anche fisica, derivante dall’interazione tra un organismo vivente e una sostanza tossica, e caratterizzata da risposte comportamentali e da altre
reazioni, che comprendono sempre un bisogno compulsivo di assumere la sostanza in modo continuativo o periodico, allo scopo di provare i suoi effetti psichici e talvolta di evitare il malessere della sua privazione.


Per quanto le ultime versioni del Manuale Diagnostico e Statistico dei Disturbi Mentali e del Manuale di Classificazione delle Sindromi e dei Disturbi Psichici e Comportamentali continuino a proporre una nozione di‘dipendenza’ riferita in modo esclusivo all’assunzione di sostanze ad attività psicotropa, questa viene sempre più frequentemente utilizzata anche nell’inquadramento di particolari entità sindromiche derivanti dallo sviluppo di comportamenti assuefativi che si sviluppano in assenza dell’assunzione di qualsiasi sostanza.


Il DSM ha evitato a lungo il termine ‘addiction’, utilizzando piuttosto di ‘substance use’ e ‘dependence’. Secondo la quarta edizione del manuale, l’abuso di sostanze si riferisce a un consumo di droga ripetuto che crea problemi sul lavoro, a scuola e nella vita sociale.
Per contro, la definizione di dipendenza da sostanze corrisponde a ciò che molti intendono per ‘tossicodipendenza’: una quantità eccessiva di tempo trascorso per entrare in possesso della sostanza, una maggiore tolleranza a essa, danni fisici o psicologici dovuti al suo consumo, tentativi falliti di interromperne l’assunzione e sintomi di astinenza. Il DSM-5 elimina la confusione fra i due termini: tutte le dipendenze e i relativi problemi rientrano nella categoria ‘disturbi da uso di sostanze’ in un capitolo intitolato ‘disturbi da dipendenza e correlati all’uso di sostanze’. Il DSM-5 rafforza inoltre i criteri per la diagnosi di questi disturbi, graduandoli in lievi, moderati o gravi. Mentre nel DSM-IV per una diagnosi di abuso di sostanze era richiesto un solo sintomo, nella nuova edizione un disturbo da uso di sostanze lieve richiede almeno due sintomi.


Le ‘nuove dipendenze’, o ‘dipendenze senza sostanza’, si riferiscono a una vasta gamma di comportamenti anomali: tra esse possiamo annoverare il gioco d’azzardo patologico, lo shopping compulsivo, la cosiddetta ‘new technologies addiction’ (dipendenza da TV, internet, social network, videogiochi), le dipendenze dal lavoro (workaholism), le dipendenze dal sesso (sex-addiction) e dalle relazioni affettive, e alcune devianze del comportamento alimentare come l’ortoressia o dell’allenamento sportivo come la sindrome da overtraining.
Francisco Alonso-Fernandez ha proposto una classificazione allargata del concetto di ‘tossicomania’ basata su regolatori sociali, distinguendo così:
• le dipendenze ‘sociali’ o legali: comprendono droghe legali, ossia quelle per le quali è permessa la libera vendita (come tabacco, alcolici, farmaci), attività socialmente accettate (come mangiare, lavorare, fare acquisti, giocare, navigare in internet);
• le dipendenze ‘antisociali’ o illegali: comprendono la dipendenza da droghe e attività illegali (come derivati della cannabis, eroina, cocaina, attività sessuali illecite).


(...omissis...)


Fonte:
Journal of Psychopathology 2015;21:72-84
D. Marazziti, S. Presta, M. Picchetti, L. Dell’Osso
Dipartimento di Medicina Clinica e Sperimentale, Università di Pisa


copia integrale del testo si può trovare al seguente link: http://www.gipsicopatol.it/issues/2015/vol21-1/10Marazziti.pdf


(Articolo pubblicato dal CUFRAD sul sito www.alcolnews.it)