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Disturbi alimentari: l'ossessione cresce nella vergogna

Disturbi alimentari: l'ossessione cresce nella vergogna


Disturbi alimentari: l’ossessione cresce nella vergogna

Era l’anno 1979, quando il professore Gerard Russel scrisse un articolo intitolato “Bulimia nervosa, un’inquietante variante dell’anoressia nervosa”.

    “La bulimia nervosa è un disturbo del comportamento alimentare caratterizzato dalla paura morbosa del peso elevato, e dall’influenza eccessiva del peso e della forma del corpo, nella valutazione e nella stima di se”.

Questo è ciò che si legge nell’articolo del Professore, questo è ciò che estrapoliamo da qualsiasi testo riguardante in particolare i disturbi alimentari.

Sotto il periodo delle festività natalizie dovremmo essere tutti più buoni, felici, gioiosi, altruisti. La verità è che il mondo non segue i buoni principi, e continua a ruotare attorno a se stesso nello stesso identico modo, anno dopo anno, facendo piovere sulle nostre teste le stesse ingiustizie, come se fossero meteore.


Esiste una parte silente della popolazione mondiale, che vive questo particolare periodo dell’anno con angoscia, ansia, agitazione, terrore puro. E considerando che questa parte di popolazione è in vertiginoso aumento in tutto il mondo occidentale, penso che sia giusto, tra un panettone e un cotechino, dedicare un po’ di spazio anche a loro.

Nei Paesi industrializzati, come l’Italia, 8/10 ragazze su 100, appartenenti ad una fascia di età che varia tra i 12 e 25 anni, soffrono di disturbi del comportamento alimentare.

Solo nel nostro Paese si contano tre milioni di persone, e nel 90% dei casi si tratta di donne.

Diverse volte ho avuto modo di avvicinarmi a questa patologia, ed entrare in contatto con la sofferenza provata e vissuta sulla pelle di milioni di persone.

La malattia è un vuoto grande come una voragine, che ti consuma dentro. E’ una solitudine lacerante, che ti impedisce di respirare. E’ una perenne ossessione che ti impedisce di pensare.

E’ un male di vivere, un’ossessione continua che ti divora dentro, nutrendosi dei tuoi organi vitali, e maciullando la tua stessa carne.

E’ un giro della morte, un circolo vizioso che ti trascina nel vortice di un malessere interiore, dal quale, purtroppo, è difficile ritornare a galla.

L’ossessione non è mai un capriccio, ma un male di vivere che ti stringe alla gola, impedendoti di respirare.

Questo è un punto importante, che spesso non viene considerato. Credo che “ossessione” sia la parola giusta per delineare le caratteristiche di una malattia morbosa, che rende le persone affette incapaci di vivere una vita dignitosa; l’aria diventa irrespirabile, i vestiti troppo stretti, le persone che ancora ti stanno accanto soffocanti. E’ un’ossessione continua, che rende completamente estranei dal mondo, assenti, concentrati solo ed unicamente su se stessi. E sul cibo.

E’ bene sottolineare che questi comportamenti estremi, che portano all’anoressia, o alla bulimia, derivano da una ricerca incessante di un controllo su se stessi, che trasmette una sensazione di potenza, invincibilità. Una sensazione di controllo che annebbia la mente, impedendo al soggetto di pensare a ciò che sta succedendo realmente nella sua vita, a un particolare aspetto di questa, che è sfuggito al suo controllo, procurando disagi e non poche difficoltà. Il peso, il corpo, diventa la sola cosa che si deve arbitrariamente tenere sotto vigile esame. La malattia non è che la punta dell’iceberg, che fa affondare una nave. E’ una maschera, bellissima quanto atroce, che nasconde verità sempre difficili.


(...omissis...)


copia integrale del testo si può trovare al seguente link:
http://ultimavoce2015.altervista.org/4151-2/


(Articolo pubblicato dal CUFRAD sul sito www.alcolnews.it)