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Disturbi alimentari sottovalutati nei maschi

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Disturbi alimentari sottovalutati nei maschi

Le differenze di genere in tali patologie al centro di tre incontri Ecm
Inizia oggi, giovedì 26, la trilogia di incontri rivolta a tutti gli accreditati Ecm, tutti incentrati sui disturbi del comportamento

alimentare che possono svilupparsi nel corso della vita. Il primo dei tre convegni, che si terranno presso la sala riunioni dell'Ordine dei

Medici di Ferrara (piazza Sacrati 11), è incentrato sulle differenze di genere, di come queste patologie vengano considerate solamente un

problema femminile e il modo in cui vengono sottovalutate, invece, nell'ambito maschile.
I relatori saranno incontro, Emilia Manzano, psichiatra e responsabile del Centro Multidisciplinare per i disturbi del comportamento

alimentare dell'azienda ospedaliero universitaria S. Anna, e Malvina Gualandi, collaboratrice, medico internista, esperta di problemi

alimentari.
I disturbi del comportamento alimentare, sono sempre stati considerati disturbi prettamente femminili, ma il 10% della popolazione

complessiva che soffre di anoressia è costituita da maschi; raggiungono il 15% i bulimici e il 40% gli obesi.
"Proprio perché considerate patologie quasi esclusivamente femminili - afferma Emilia Manzano - sono più difficili da diagnosticare. La

stessa famiglia, a causa degli stereotipi e dai sintomi che sono diversi rispetto a quelli femminili, ritarda la richiesta di cure".
"Sono sempre stati considerati problemi femminili e non maschili - ipotizza Debora Romano, coordinatore della commissione donne medico

dell'Ordine di Ferrara - a causa del pregiudizio di genere".
A differire, nel casi di bulimia e anoressia, è anche l'età di esordi: 18/19 anni per i maschi mentre per le femmine è inferiore ai 17 anni.

Un inizio tardivo che potrebbe essere legato al fatto che la pubertà che inizia più tardi nei maschi rispetto alle femmine.
"Il messaggio del fisico asciutto e muscoloso è stato così estremizzato dai mass media, che bisogna quasi entrare nel patologico per riuscire

a diventare come il modello vorrebbe - sottolinea Emilia Manzano - ed è importante, infatti, insegnare ai giovani una critica sana ai

messaggi che li circondano".
"Questi disturbi, essendo stati stereotipati, si sono sempre analizzati in relazione alle donne e sulle donne - commenta Malvina Gualandi -

come i criteri per diagnosticare tali patologie, sono prettamente femminili; come la presenza di amenorrea, che non ha corrispondenze

maschili. Analizzare anche solo un caso di patologia maschile, è importantissimo, poiché non si hanno molto dati su questo problema". "Sono

grato - conclude il Presidente dell'Ordine dei Medici di Ferrara, Bruno Di Lascio - a queste dottoresse per l'impegno e la passione che

dedicano a queste iniziative che consentiranno di dare informazioni ai professionisti e ai loro pazienti".
I prossimi appuntamenti sono giovedì 9 febbraio con la relazione di Rita Tanas sull'obesità e sulla Sindrome Metabolica in età pediatrica;

in chiusura l'appuntamento con Cristina Tarabbia e Emilia Manzano, con la discussione sulle variazioni di peso che nella vita una donna

incontra.


(Articolo pubblicato dal CUFRAD sul sito www.alcolnews.it)