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Disturbo borderline: caratteristiche, diffusione, problemi di trattamento

Disturbo borderline: caratteristiche, diffusione, problemi di trattamento

DISTURBO BORDERLINE, CARENTI I TRATTAMENTI DI PSICOTERAPIA

Insieme per fare rete e imparare a gestire meglio il disturbo borderline di personalità. I familiari dei pazienti affetti da questo disturbo e gli operatori si sono trovati, nel fine settimana appena trascorso, a fare un corso di apprendimento su come gestire i propri cari. Si tratta del primo training di Family Connections, programma sviluppato all'interno dell'associazione Nea Bpd (National education alliance Borderline personality disorder) e presente in 16 paesi ed ora, per la prima volta, anche in Italia: il programma prevede la formazione, in una vera e propria "classe", di familiari e operatori che imparano le tecniche necessarie alla conduzione poi di gruppi per familiari di pazienti con disturbo borderline, storicamente soli nella gestione dei propri cari.


L'evento si è svolto nell'ambito del primo congresso di Nea Bpd Italia, dall'8 al 10 maggio, appuntamento che riunisce professionisti e famiglie per fare il punto sulla patologia. Ad ospitare il congresso è stato l'Irccs Fatebenefratelli di Brescia, impegnato da anni sul fronte del disturbo borderline di personalità.


Qui, infatti, si stanno studiando le caratteristiche cerebrali associate a questa patologia, con l'utilizzo di tecnologie estremamente sofisticate applicate alle immagini di risonanza magnetica. Tra le attività in corso vi è uno studio dei correlati clinici e neurobiologici della risposta al trattamento psicoterapeutico: i pazienti vengono seguiti gratuitamente per un anno attraverso un intervento di psicoterapia intensivo sviluppato dal Terzo centro di Psicoterapia di Roma, leader italiano in questo campo. «Il nostro lavoro è diretto a cogliere non solo l'efficacia clinica ma anche come la psicoterapia agisce sulla neurobiologia e quindi aiuta a chiarire l'efficacia della psicoterapia», spiega la ricercatrice dell'Irccs Roberta Rossi.


Il disturbo borderline di personalità vede il suo esordio prevalentemente in adolescenza e si stima interessi dall'1 al 3% degli adolescenti della popolazione normale e circa il 4% dei giovani adulti.


Questa patologia è certamente tra quelle più studiate attualmente: rappresenta un problema psichiatrico importante a causa dell'elevata richiesta di prestazioni assistenziali (ricoveri in reparti psichiatrici, utilizzo dei servizi di pronto soccorso, ecc.) e perché induce spesso comportamenti di tipo impulsivo.


Come emerso durante il congresso, è diffusa sia nella popolazione generale che nella popolazione clinica dove ormai, mediamente, un paziente su tre presenta un disturbo borderline della personalità, che spesso risulta associato sia ad altri disturbi di personalità che ad altri disturbi mentali quali depressione, ansia, disturbi alimentari e soprattutto abuso di alcool e di sostanze. Questa copresenza, dicono gli esperti, peggiora in maniera significativa il quadro psicopatologico e la prognosi.


Sul fronte del trattamento, i pazienti con Dbp tendono a ricevere maggiormente, rispetto ad altri disturbi, interventi psicosociali, psicoterapia individuale, ospedalizzazioni in strutture psichiatriche e ad assumere terapie farmacologiche più complesse e per un periodo più lungo di tempo; inoltre, la diagnosi di Dbp è una delle più frequenti condizioni che si osservano nelle unità di emergenza, anche in Italia. Insomma, la patologia ha un elevato costo diretto e indiretto sul servizio sanitario e sulle famiglie.


Proprio sul piano terapeutico si assiste in Italia a un paradosso. Non esistono farmaci specifici per il disturbo borderline e le linee guida, come pure molti studi randomizzati controllati, hanno indicato la psicoterapia come il trattamento più efficace, mentre la farmacoterapia è utile sono in alcune fasi e con obiettivi limitati.


Psicoterapie strutturate per il Dbp hanno mostrato di essere efficaci nella riduzione dei gesti autolesivi, dei tentativi di suicidio e del numero di ospedalizzazioni, mentre il trattamento farmacologico o i trattamenti psicosociali, da soli, non sono in grado di modificare gli aspetti centrali del problema, quali l'instabilità affettiva, i disturbi di identità e relazionali.


(...omissis...)


copia integrale del testo si può trovare al seguente link:
http://www.healthdesk.it/sanit/disturbo_borderline_carenti_i_trattamenti_di_psicoterapia/1431349500


(Articolo pubblicato dal CUFRAD sul sito www.alcolnews.it)