Divelto nella notte il cancello antimovida
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Resiste solo sei ore la recinzione voluta dal Comune in viale Monte Nero, attorno alla collina e ai giardini
MILANO - Siamo ai ferri lunghi. Per cintare il belvedere di viale Monte Nero si è scelto un Ponti verde, modello firmato dall'architetto Gio e benedetto dai residenti. Il Comune ha iniziato ad alzare ieri mattina il cancello antimovida attorno alla collina e ai giardini dei giovani, dei raduni del mercoledì notte, del Mom café, dei bonghi e delle congas, degli studenti Erasmus, dei venditori abusivi di birra, delle «canne» e dei rifiuti da spazzare all'alba. È durato sei ore. Poco prima di mezzanotte il cantiere era già stato abbattuto, calpestato e invaso dai ragazzi: «Non ci mettete in gabbia». Il «muro» è crollato sotto la spinta di una cinquantina di incappucciati (guarda il video girato dai ragazzi).
«Qui non si vive» o quanto meno «non di dorme più», denunciano da anni gli abitanti del quartiere, il quadrilatero di palazzi signorili tra Porta Romana e la Besana. Il mercoledì notte, insonnia tutto l'anno. In estate si aggiungono i deejay non autorizzati, le borse-frigo per gli alcolici, gli spacciatori con il fumo in tasca e i «birraioli» abusivi. «Vogliamo restituire un angolo verde ai tanti, troppi, cittadini esasperati», dice Cadeo: «Una volta conclusa la recinzione, entro aprile, inizierà la riqualificazione nei giardini». Panchine, pietre e vasche: il restyling dovrebbe finire a maggio. Proteste permettendo. Gli operai del Comune sono arrivati al mattino e hanno lavorato con calma, in silenzio, ché in viale Monte Nero c'è poco movimento fino all'aperitivo. Dopo è un'altra storia. Il pienone. «Glielo dico, non durerà il cancello... », dice Riccardo Maggi, titolare del Mom café che sta sulla piazzetta: «E comunque non sarà un recinto a risolvere il 'problema', quand'anche si pensi che l'aggregazione lo sia. Per me non lo è, anzi: è normale che le persone dai 20 ai 50 anni vogliano vivere la loro città».
I ragazzi della collina «non sono» i clienti di Maggi e «il fastidio ai residenti è indubbio. Le dirò di più, questa folla provoca anche a noi più danni che altro. Ma chiedo: se i ragazzi non verranno più qui, il mercoledì, dove andranno? Altrove. Il cancello li sposta, non li cancella...». Lei che farebbe? «Controlli 'seri' di vigili e polizia, per ora ho visto solo blitz pubblicitari », risponde Maggi: «Se il problema sono gli abusivi e i quattro che suonano i tamburi, ecco, uno li porta in Questura e li scheda. E quelli non tornano più». Al Mom, in compenso, la polizia ha dato multe per la musica spenta venti minuti in ritardo e una sanzione da 1.500 euro per la gradazione sbagliata dei vini alla mescita. L'oste non può sgarrare.
Armando Stella