Donne e alcol: aumentano le bevitrici a rischio
Donne e alcol: aumentano le bevitrici a rischio
Nel nostro Paese il numero di consumatori a rischio raggiunge la vetta di 8,7 milioni. In particolare, l'aumento riguarda il mondo femminile. Le donne, infatti, non solo eccedono nel consumo di alcol, ma lo fanno anche lontano dai pasti
Raggiungono la cifra record di 8,7 milioni le persone che nel nostro Paese assumono comportamenti a rischio nei confronti dell'alcol, ovvero che bevono troppo o troppo spesso. Un aumento, rispetto all'anno precedente, che riguarda soprattutto il mondo delle donne. Questo risulta dai dati del nuovo Rapporto Istisan "Epidemiologia e monitoraggio alcol-correlato in Italia e nelle Regioni. Valutazione dell’Osservatorio nazionale alcol sull’impatto del consumo di alcol ai fini dell’implementazione delle attività del Piano Nazionale Alcol e Salute. Rapporto 2020", pubblicato dall'Istituto superiore di Sanità. Una fotografia dell'uso di bevande alcoliche da parte degli italiani che evidenzia "un incremento di comportamenti a rischio per milioni di consumatori”, spiegano gli esperti, e una tendenza che si consolida "anche a fronte dell'insufficienza d'iniziative di prevenzione istituzionali e dell'incrementata attività di marketing teso alla diffusione di fake news".
Dal nuovo Rapporto è emerso appunto che sono ben 8,7 milioni i consumatori di alcol a rischio, ovvero che hanno bevuto troppo o troppo spesso. Se gli uomini rimangono pressoché stabili, con 6,2 milioni di consumatori, ad aumentare è invece il numero delle donne, che raggiunge circa 2,5 milioni. Non solo: oltre 5 milioni di persone sopra gli 11 anni (il 14,2% degli uomini e il 6,1% delle donne) hanno dichiarato di aver “abitualmente ecceduto nel consumo di bevande alcoliche”; e circa 16 milioni (il 40% degli uomini e il 20, 4% delle donne) hanno bevuto lontano dai pasti, cifra “in aumento rispetto alle stime precedenti”. Anche in questo caso, la crescita di chi beve fuori pasto ha visto le donne protagoniste in negativo: l'incremento, infatti, è stato dal 19,4% rilevato nel 2017 al 20,4% del 2018. Dai dati, inoltre è emerso che la prevalenza dei binge drinkers (coloro che hanno consumato 6 o più bicchieri di bevande alcoliche in una sola occasione) che hanno dichiarato di essersi ubriacati almeno una volta negli ultimi 12 mesi è stata nel 2018 dell'11,7% tra gli uomini e del 3,6% tra le donne, con una frequenza in aumento nel mondo femminile rispetto all’anno precedente.
L'aumento delle donne
"Le donne considerano il bere come uno status symbol", commenta Emanuele Scafato direttore dell’Osservatorio Nazionale Alcol e Direttore del del centro dell'Organizzazione mondiale della Sanità per la Ricerca e la Promozione della Salute sull'Alcol e le problematiche Alcolcorrelate. "Ad aumentare - precisa - sono soprattutto le giovanissime e le donne in età produttiva". Per quanto riguarda le ragazze più giovani (anche al di sotto dei 14 anni) è, secondo Scafato, un discorso di emancipazione. "Il problema è che si tratta di minorenni, e tutti i giovani fino all'età di diciotto anni non hanno la capacità di metabolizzare l'alcol", avverte l'esperto. "Attraverso il marketing, la comunicazione, i media e i luoghi di aggregazione l'alcol diventa un valore, che riscontra anche successo, soprattutto perché in quell'età si è più timidi rispetto alla norma". L'alcol, infatti, è un “lubrificante sociale”, in grado di far perdere il controllo razionale, disinibire e mettere in condizione di poter affrontare con più disinvoltura le relazioni. Ma c'è anche un altro aspett:. "Alcune ragazze, tra i 12 e i 13 anni, ci hanno riferito di aver bisogno di visibilità. Attraverso bottigliette griffate o birre molto costose cercano di provocare una reazione, anche negli adulti, per far vedere che non sono bambine".
Per le donne più adulte, invece, si possono individuare diverse tipologie. “Ci sono donne che possono avere sensi di rivalsa, per esempio nel dimostrare di essere capaci di fare quello che fa un uomo”, spiega Scafato. Oggi sono anche aumentate le occasioni di bere, per esempio per le donne in carriera che svolgono attività lavorative dove c'è una elevata necessità di relazione. “Il ruolo delle donne è cambiato rispetto a prima”, commenta l'esperto. “Escono e si incontrano di più, e hanno più vita sociale”.
(...omissis...)
copia integrale del testo si può trovare al seguente link:
(Articolo pubblicato dal CUFRAD sul sito www.cufrad.it)