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News di Alcologia

Donne e alcol

Donne e alcol

Donne e alcol

I ragazzi che bevono troppo sono sempre più giovani e in questo triste panorama un dato ulteriormente inquietante, è rappresentato dal numero crescente di giovani donne che bevono. Fino a tempi molto recenti il problema dell’alcolismo tra le donne, riguardava soprattutto una fascia di età sopra i quarant’anni, ora si parla di ragazze che a partire dai quattordici anni si ubriacano per divertirsi durante i fine settimana. Il fenomeno del binge drinking -così viene chiamato il bere per ubriacarsi– è recente in Italia e si sta diffondendo come triste esempio di una vera e propria colonizzazione culturale. Secondo gli esperti, in particolare sociologi e psicologi, questo comportamento autodistruttivo è dovuto all’appiattimento culturale di una parte delle nuove generazioni, alla solitudine, alla noia, alle preoccupazioni e alle paure per un futuro che appare sempre più difficile e incerto. I rischi che corrono i nostri ragazzi sono enormi: la cronaca riporta sempre più spesso episodi in cui giovanissimi sono coinvolti in incidenti di vario genere, con esiti spesso fatali. Incidenti di macchina, risse violente, coma etilico, violenza sessuale rappresentano il triste epilogo di serate in cui la ricerca dello “sballo” sembra essere l’obiettivo principale. Questi pericoli non sono gli unici: sono molti i danni fisici a breve e lungo termine; le ragazze hanno, per questioni fisiologiche, una capacità di metabolizzazione dell’alcol inferiore a quella dei coetanei maschi e quindi per loro sono maggiori i rischi di intossicazione alcolica[1].

L’alcol

L’alcol è uno dei principali fattori di rischio per la salute dell’uomo; rappresenta la terza causa di mortalità prematura e di malattia nell’Unione Europea ed è attualmente la prima causa di morte per i maschi di età compresa tra i 15 e i 29 anni. Le conseguenze dell’abuso dell’alcol non si limitano alla sfera personale e familiare, ma abbracciano un ambito più ampio, non solo sociale ma anche economico. E’ stato calcolato infatti che gli effetti alcol – correlati gravano sulla società per un costo che va dal 2 al 5% del prodotto interno lordo del nostro paese. Secondo i dati del monitoraggio Istat relativi al ventennio 1981- 2000, nonostante ci sia stato un decremento nel consumo medio pro-capite di alcol (registrato sia in Europa che in Italia) l’assunzione è notevolmente aumentata tra le giovani generazioni, raggiungendo picchi sorprendenti tra i quattordicenni che coinvolgono entrambi i sessi. Anche con stime caute, è possibile considerare che siano 300mila i maschi e oltre 160mila le femmine (di età compresa tra i 14 e i 17 anni) a rischio, sia perché bevitori abituali di bevande ad alta gradazione alcolica sia perché i giovani sono più vulnerabili agli effetti fisici e psichici dell’alcol. L’età dei giovani al loro primo contatto con l’alcol si è abbassata, passando da una media di 15 a 11-12 anni; parallelamente il numero delle ragazze attratte dall’alcol è notevolmente aumentato. Nel 2008 è stato rilevato che il 17,6% dei ragazzi fra gli 11 e i 15 anni consuma bevande alcoliche, attribuendo così all’Italia il record per l’età media di esordio all’assunzione di alcol più bassa d’Europa (12,2 anni contro i 14,6 della media europea). Questo dato è ancor più allarmante se si pensa che fisiologicamente l’organismo di un 11-15enne non ha ancora raggiunto la maturità metabolica ed enzimatica per poter digerire l’alcol e che quindi i giovanissimi sono maggiormente a rischio di gravi danni psicofisici alcolcorrelati.

Alcol e suo meccanismo d’azione

L’alcol (come tutte le altre droghe), è una sostanza psicotropa ( in grado cioè di modificare il funzionamento del cervello), che può dare dipendenza oltre che causare patologie, turbe mentali e del comportamento ed essere indirettamente responsabile di traumi e incidenti gravi. L’etanolo (o alcol etilico) dal punto di vista nutrizionale non può essere considerato un alimento nutriente o utile, perché provoca un danno diretto alle cellule di molti organi, tra cui in particolare il fegato e il Sistema Nervoso Centrale. L’alcol etilico, insieme all’acqua, è il principale componente delle bevande alcoliche; è una piccola molecola, estremamente solubile sia nell’acqua che nei lipidi. Viene in parte assorbito dallo stomaco (20%) ed in parte dall’intestino (80%); l’assorbimento è più rapido se lo stomaco è vuoto. Grazie alle sue dimensioni ridotte attraversa facilmente le mucose, penetra nel flusso ematico e quindi, con il sangue, raggiunge tutti gli organi. Viene per il 90% metabolizzato dal fegato mediante un enzima, la alcoldeidrogenasi che lo scinde in acetaldeide e acqua ; il restante 10% viene eliminato attraverso i reni e i polmoni. Finché il fegato non ha completato la sua funzione, l’etanolo continua a circolare diffondendosi nei vari organi; quindi se la quantità ingerita è superiore alle capacità di metabolizzazione epatica l’alcol rimane in circolo per un tempo maggiore[2].

Il consiglio

“Mia madre mi ha sempre detto che l’alcol fa più male alle donne perché che sono più sensibili e che, perciò, non dovrebbero bere. Mia figlia, 17 enne, e le sue amiche, invece, non rinunciano all’happy hour neanche morte. Se insisto sul fatto che l’alcol fa male mi rispondono che è il solito discorso vetero sulla presunta debolezza/inferiorità femminile e che oggi bevono tutte senza problemi. Può spiegarlo lei perché l’alcol fa più danni alle donne?”. Caterina T. (Pordenone)

Volentieri, gentile signora, anche perché la banalizzazione dei danni dell’alcol, soprattutto nelle donne, sta aumentando nettamente la vulnerabilità femminile a questa bevanda. Basti dire che in Italia circa il 57% delle donne beve alcolici (dati 2010) e 15.057 alcoliste sono in trattamento presso il Servizio Sanitario Nazionale. Gli effetti dannosi dell’alcol dipendono direttamente dall’alcolemia, ossia dalla concentrazione di alcol nel sangue: più alta l’alcolemia, maggiori gli effetti. L’alcolemia dipende da quanto alcol ingeriamo, ma anche da come beviamo, e gli effetti negativi sono associati a tre situazioni: bere troppo, bere troppo spesso, bere troppo velocemente e senza mangiare o quasi. In questo senso l’happy hour alcolica è pericolosissima: il “social drinking”, il bere in compagnia, aumenta l’accettabilità sociale del bere, ne potenzia gli effetti euforizzanti e facilitanti dei rapporti interpersonali (perché disinibisce e rende “più simpatici”) e ne silenzia i rischi. E’ vero: nella donna i danni da alcol si manifestano con sintomi più gravi rispetto all’uomo e in tempi più brevi di uso/abuso. La “vulnerabilità” femminile è spiegabile da differenze fisiche legate a:

  1. diversa struttura corporea, rispetto all’uomo. Nella donna la massa corporea è generalmente inferiore a quella maschile ed è minore anche l’acqua corporea, perché la donna ha fisiologicamente più tessuto grasso. L’alcol diffonde meno nei tessuti e, a parità di alcol ingerito, l’alcolemia della donna è più alta;
  2. diversa attività degli enzimi (“alcol deidrogenasi”), proteine che metabolizzano l’alcol e lo eliminano. Nelle donne l’attività di questi “neutralizzatori” è nettamente più bassa rispetto ai maschi;
  3. diverso profilo ormonale: gli estrogeni sembrano aumentare la sensibilità del fegato al danno da alcol, con una vulnerabilità che è massima in fase premestruale (quando le donne tendono a bere di più per combattere sindrome premestruale e depressione).

L’alcol danneggia (anche) il cervello: colpisce le cellule nervose della corteccia orbito-frontale, che coordina emozioni, motivazioni e decisioni, e dell’ippocampo, area centrale dell’apprendimento e della memoria. In margine, annoto che perfino nella libertina Roma imperiale, in cui la libertà (anche) sessuale femminile era elevata, alle donne non era consentito bere, perché si riteneva che tale comportamento avesse effetti brutali su capacità di controllo, consapevolezza, attrattività, stile e bellezza. Che altro dire?[3]

La donna e l’alcol

Il problema delle dipendenze è ormai un problema che investe tutto il mondo occidentale. L’epidemia globale che ha investito il pianeta costituisce ormai una emergenza non solo sanitaria ma anche sociale e quindi politica che coinvolge molti paesi e richiede sforzi comuni per essere affrontata. Nel panorama delle dipendenze da sostanze certamente un posto assai rilevante compete all’abuso di bevande alcoliche, assunte da sole o in associazione con altre sostanze. L’abuso alcolico è oggi la causa maggiore di mortalità e morbilità sia con effetti acuti (intossicazioni, incidenti sul lavoro e sulla strada), sia con effetti cronici causando patologie che coinvolgono praticamente tutti i distretti dell’organismo. Numerosissimi sono gli studi clinici ed epidemiologi sui meccanismi d’azione e sugli effetti che l’alcol induce nell’organismo, sulla valutazione del danno, su tipo ed efficacia dei trattamenti. I problemi alcolcorrelati sono in rapida espansione anche tra le donne, ma l’attenzione dei ricercatori negli studi di genere per la valutazione del rischio e del danno da alcol nel sesso femminile è relativamente recente. In passato, molti studi longitudinali sull’alcol-dipendenza hanno esaminato campioni interamente maschili, forse perché l’accesso era più facile o, addirittura, esclusivamente possibile a popolazioni maschili. Anche negli studi sulla richiesta di trattamento le donne sono numericamente poco rappresentate forse perché la loro richiesta di intervento presso strutture specialistiche è significativamente minore rispetto a quella degli uomini.

(...omissis...)

Fonti Utilizzate:

[1] Bere è contro le ragazze ..quello che forse non sapete sui pericoli dell’alcol a cura della Dott.ssa Chiara Navarra

[2] ADOLESCENZA E ALCOL (Elisa Morelli, Sara Becherucci, Cecilia Cecchi, Marco Menabuoni) Specializzande in Pediatria, III anno.  Prof. a contratto Medicina dell’adolescenza AOU Meyer, Università di Firenze

[3] Attività divulgativa – In edicola, Oggi 13/07/11 Donne, attenzione ai danni dell’alcol Prof.ssa Alessandra Graziottin Direttore del Centro di Ginecologia e Sessuologia Medica H. San Raffaele Resnati, Milano

[4] Ann Ist Super Sanità 2004;40(1):19-23 Indirizzo per la corrispondenza (Address for correspondence): Rosanna Mancinelli, Laboratorio di Tossicologia Applicata, Istituto Superiore di Sanità, V.le Regina Elena 299, 00161 Roma. E-mail: rosman@iss.it. La donna e l’alcol: vulnerabilità biologica? Rosanna MANCINELLI e Maria Soccorsa GUIDUCCI Laboratorio di Tossicologia Applicata, Istituto Superiore di Sanità, Roma

copia integrale del testo si può trovare al seguente link: https://salottoantoniomoccia.wordpress.com/2016/09/01/donne-e-alcol/

(Articolo pubblicato dal CUFRAD sul sito www.alcolnews.it)