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Donne e dipendenze: il DPA illustra il progetto "Dadanet"

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Le donne e il loro rapporto con le dipendenze è stato l'argomento al centro di un incontro, stamani, presso il Dipartimento

Politiche Antidroga, tra Elisabetta Simeoni, direttore generale dell'Area tecnica e scientifica del Dpa e Afsan‚ Bassir-Pour,

sottosegretario generale del Centro Regionale di Informazione delle Nazioni Unite per l'Europa Occidentale (Unicri). Il Dpa

ha illustrato il progetto Dadanet realizzato in collaborazione con l'Unicri, al quale hanno aderito sia gli Stati Europei che

quelli appartenenti all'area del bacino mediterraneo. Il progetto, che sarà lanciato nei primi giorni di febbraio, pone

l'attenzione non solo sui trattamenti efficaci pensati per le donne tossicodipendenti ma anche nei confronti delle giovani

donne che, pur non facendo uso di droghe, sono considerate particolarmente vulnerabili. «Abbiamo fortemente voluto questo

progetto - ha dichiarato il sottosegretario con delega alle politiche antidroga Carlo Giovanardi - che tra l'altro scaturisce

da un impegno preciso preso durante la quinta Conferenza di Trieste, proprio perchè‚ in un momento in cui il discorso

sull'universo femminile sta iniziando a diventare centrale nel dibattito sovranazionale e dei singoli Stati, pensare ad un

approccio di genere è la prima risposta concreta su un tema complesso come quello delle tossicodipendenze». «Anche per quanto

riguarda il progetto Dadanet - ha spiegato Giovanni Serpelloni, capo del Dpa - siamo di fronte a una iniziativa innovativa

rivolta al genere femminile con problemi di dipendenza. È innegabile che oltre al problema in sè‚ rispetto alla dipendenza

c'è un aggravio di responsabilità della donna nei confronti dei figli, sia che debbano ancora nascere sia che siano in fase

di sviluppo. Per questo l'attenzione alle donne può e deve essere diversa anche in questo caso».