338-1938888 o 331-2460501/2/3 o 0172-55294[email protected]

News di Alcologia

Donne in carriera, sempre più frequente il ricorso all'alcol: i dati di uno studio inglese

cufrad news alcologia alcol alcolismo donne in carriera: sempre più frequente il ricorso all'alcol


Donne in carriera, un bicchiere per amico
Sempre più professioniste inglesi fanno ricorso all'alcol per aiutarsi a conciliare lavoro e obblighi familiari


MILANO - Emule di Carrie, Miranda, Charlotte e Samantha (ovvero, le quattro protagoniste di Sex and the City), sempre più donne in carriera tendono oggi a farsi un goccetto di troppo, per cercare di scendere a patti con le responsabilità lavorative e gli obblighi familiari. Una sfida spesso così difficile da spingere molte professioniste inglesi a cercare sollievo nella bottiglia, arrivando così a bere fino ad 11,2 unità d'alcool la settimana (pari ad una bottiglia di vino) contro le 6,2 assunte dalle donne che svolgono invece lavori manuali: in pratica, quasi il doppio (i dati sono riferiti al report dell'Office of National Statistics del 2010). E la colpa sarebbe proprio di Sex and the City, o meglio di quella «cultura da cocktail», come l'ha definita il Ministro della Salute del governo ombra, Diane Abbott, che viene erroneamente celebrata nella serie tv e che ora ha però assunto i contorni dell'epidemia.


«E' una bella cosa che ci siano sempre più donne in posizioni lavorative di rilievo - ha spiegato la Abbott al Telegraph - e che si godano una vita sociale piacevole, ma le ultime cifre sul consumo di alcool fra le donne sono assolutamente inquietanti e sottolineano come nello spazio di una sola generazione le abitudini siano cambiate al punto da riflettere un'epidemia silenziosa». E il problema non riguarderebbe più solo le giovani ladettes (termine dispregiativo british per indicare «le donne che vivono e si comportano come gli uomini», quindi dandoci dentro con l'alcool e non solo) ma anche le casalinghe e le signore della middle class che, vuoi per la facilità di trovare alcolici al giorno d'oggi come pure per il costo non esorbitante di molte bottiglie da supermercato, vengono invogliate a bere di più anche se restano a casa. «Se assunto occasionalmente, l'alcool può aiutare a ridurre lo stress - ha commentato Sir Ian Gilmore, presidente dell'Alcohol Health Alliance group - ma purtroppo oggi sempre più donne tendono a usarlo come un «calmante d'ansia» per riuscire a conciliare la vita lavorativa con quella familiare, scatenando così una pericolosa dipendenza».


Ecco perché il governo inglese ha tentato di porre un freno al consumo di alcolici proponendo l'introduzione di un prezzo minimo di 40 pence per unità alcolica (che significherebbe non meno di 3,32 sterline per una confezione da quattro di birra e almeno 3,60 sterline per una bottiglia di vino): un provvedimento che piace agli esperti, visto che una ricerca in possesso delCommons Health Select Committee ha dimostrato che a risentire maggiormente del balzello sarebbero proprio i bevitori accaniti, mentre chi consuma alcool in quantità moderata non ne verrebbe colpito più di tanto. «Nel corso dell'ultimo decennio abbiamo assistito ad una crescita spaventosa del numero di persone, per lo più giovani e donne, che credono che sia socialmente accettabile ubriacarsi, al punto da uscire apposta la sera per farlo - ha sottolineato sempre al Telegraph il Ministro della Salute, Anne Milton -ecco perché sono necessarie misure drastiche e urgenti per cambiare questo tipo di mentalità».
Simona Marchetti

(Articolo pubblicato dal CUFRAD sul sito www.alcolnews.it)