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Donne vittime di violenza: sintomatologia

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Svilupperemo un discorso a tappe che ci permetterà di visitare i vari ambiti del problema utili alla rappresentazione delle

connessioni e delle intersezioni dei temi affrontati.
Richiamiamo quindi preliminarmente tre ordini di dati che rappresentano il problema nei suoi vari aspetti quantitativi e

qualitativi.
1.I dati generali nazionali ed internazionali individuano tre tipi di violenza:
- lo stupro
- i maltrattamenti
- le molestie
I maltrattamenti fisici (le botte) verbali e psicologici sono le violenze più diffuse tra le donne e si sviluppano

nell'ambito dei rapporti familiari; gli autori pi frequenti della violenza sono i partners e gli ex-partners.
2.I dati sulle conseguenze psichiche della violenza.
E' un dato riconosciuto che nelle donne vittime di violenza si producano sintomi di rilevanza patologica.

- depressione e tendenza al suicidio
- paura, senso di vergogna e colpa;
- ansia e attacchi di panico;
- bassa autostima;
- disfunzioni sessuali;
- problemi alimentari;
- disturbi compulsivi-ossessivi;
- disturbo post-traumatico da stress;
- abuso di farmaci, alcool e droghe.

I dati sulla maggiore morbilità delle donne in campo psichico.
Le statistiche nazionali ed internazionali indicano che le donne sono maggiormente a rischio per varie tipologie di disturbo

psichico: ansia, disturbi alimentari; disturbi ossessivi, depressioni (disturbi dell'umore).
In particolare le donne:
- si ammalano o ricevono una diagnosi di tipo psichico in particolare di depressione da 2 a 3 volte in più degli uomini.
- sono le più alte utilizzatrici di servizi psichiatrici sia pubblici che privati;
- sono le più alte consumatrici di psicofarmaci
Sulla base di questo triplo ordine di dati:
- le statistiche sulla violenza contro le donne,
- le conseguenze accertate a partire da fatti di violenza;
- le statistiche sulla morbilità delle donne ed in particolare sull'alta frequenza di disturbi psichici;
che mostra come le donne siano sovraesposte in tre diversi domìni, abbiamo esplorato una ipotesi di connessione e contiguità

tra violenza e maggiore frequenza di disturbi psichici.
Partiremo quindi dall'analisi della violenza contro le donne che definiamo violenza quotidiana perché non ha esclusivamente

caratteri di eccezionalità e non si riferisce solo al campo della sessualità biologicamente intesa, ma pi spesso attiene alle

relazioni "normali" tra i sessi, inserite cioè nella routine e nella quotidianità.
La violenza quotidiana definisce un ambito molto vasto di azioni: essa soprattutto comprende tutte le situazioni in cui una

donna nella sua vita quotidiana può essere prevaricata e indotta con la violenza ad assumere un compito a svolgere un'azione,

ecc.
- Nel Chi ritroviamo i vari contesti da cui derivano gli autori della violenza;
- nel Cosa è indicato l'oggetto specifico della violenza, l'oggetto di cui il violento vuole appropriarsi;
- nel Come si individuano le modalità , gli strumenti con cui viene esercitata la violenza: attraverso pressioni fisiche (le

botte), pressioni verbali (ingiurie, minacce), psicologiche
-nel Perché si individua il movente; il perché è celebrato con la ricerca della provocazione da parte della donna. Il Perché

esplorato dal contesto sociale ed istituzionale mira alla ricerca della complicità della vittima con il violento o

violentatore, mira a mettere in luce un interesse comune tra vittima e violentatore.
Ogni atto di violenza può generare disagi e difficoltà: essi però consistono in reazioni di breve durata se dalla violenza

subita non derivano ulteriori danni alla donna in termini di svalorizzazione della propria immagine e di isolamento sociale.
Ciò che crea infatti la differenza tra conseguenze psichiche di breve durata e conseguenze di lunga durata é la possibilità

di attuare forme valide di riconoscimento della violenza e di avere intorno un contesto di solidarietà e sostegno.
Ci troviamo di fronte una situazione paradossale:
la violenza in sé più traumatica, ma che é più capace di generare solidarietà e reti di protezione intorno alla vittima, é

anche quella meno implicata nella produzione a lungo termine di un disturbo psichico.
Viceversa, la violenza quotidiana, cronicizzata, che non fa rumore e che meno desta allarme sociale é quella che ritroviamo

maggiormente implicata in patologie più gravi proprio perché ha difficoltà ad essere riconosciuta e ha minori possibilità di

creare contesti di solidarietà intorno alla vittima.