Doparsi nello sport con sostanze che aumentano le capacità intellettive
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Doparsi nello sport con sostanze che aumentano le capacità intellettive
Attualmente gli individui "normali" sono costretti a prestazioni "adeguate", spinti da
apparenti o reali necessità. Gli ambiti in cui appare più evidente l'urgenza di provvedimenti, considerato l'allungarsi
dell'età ed anche indipendentemente da questo, sono quelli sessuali ed intellettivi; gli inibitori della 5-fosfodiesterasi
(Viagra ed altri) rispondono alla adeguatezza delle attività sessuali mentre varie strategie possono essere utilizzate per
irrobustire le capacità intellettive.
In quest'ultimo caso si tratta di intervenire nei confronti di pazienti con malattie degenerative cerebrali, moderati
deficit cognitivi legati all'età o malattie psichiatriche che implicano gradi diversi di incapacità cognitive.
Nei prossimi anni, durante i quali più profondamente saranno conosciuti i meccanismi
dell'apprendimento, della memoria, oltre che dell'attenzione e della selettività e utilità di dimenticare (taglio selettivo
delle memorie) avremo certamente a disposizione sempre più sostanze a questo scopo.
Uno dei quesiti alla base del loro utilizzo è se i vantaggi conseguenti possono essere sfruttati anche dalle persone normali
costrette, in epoca moderna, a rispondere a stimoli di elevata forza, di natura diversa, fortemente stressanti, comunque a
notevole pressione psicologica Non ultima è la domanda se questi farmaci inducono abuso o anche dipendenza.
Complessivamente, l'idea che una semplice pillola possa migliorare la performance
fisica e mentale in persone normali ha sempre suscitato interesse.
Nella seconda guerra mondiale sono state consumate milioni di pillole di amfetamine per tenere svegli i soldati. Gli
studenti di molti college americani e professionisti, in ogni parte del mondo, utilizzano farmaci stimolanti per ottimizzare
la risposta mentale anche se questi non hanno tale indicazione. Alcuni neuroscienziati hanno proposto di distribuire questi
farmaci in persone che non soffrono di demenza.
L'ambiente dello sport è stato certamente un luogo in cui il doping (inteso come
l'assunzione di sostanze non consentite, farmacologiche o fisiologiche, in quantità anomala per incrementare le prestazioni
dell'organismo) è stato "consumato" con elevata professionalità ed intenzionalità all'insaputa o a meno degli stessi atleti e
con interventi sempre più sofisticati.