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Dr. Colombo: "Le donne sono più esposte ai rischi da alcol"

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L'esperto: «Le donne sono le più esposte»
Sotto accusa le nuove bibite «Sono una droga legalizzata»
Il medico: «Tra i rischi ci sono anche l'impotenza e l'infertilità»
«Siamo di fronte ad una vera e propria emergenza sanitaria. La seconda in assoluto, dietro solo all'ipertensione. Ma la prima reazione deve

venire dai genitori. Negli incontri che tengo con loro, spesso mi capita di parlare con persone che sottovalutano l'alcolismo tra i loro

figli, un problema gigantesco».
A parlare, per nulla sorpreso dai "risultati" della notte di Halloween, è Edoardo Colombo, medico chirurgo che da 25 anni si occupa delle

dipendenze girando in lungo e in largo la nostra provincia, e non solo per parlare con i ragazzi.
Partiamo dall'inizio: quattro ubriachi su cinque erano in realtà del gentil sesso
«Normale. Le donne hanno più tessuto adiposo rispetto agli uomini e dunque assumono il 35% in più di alcol a parità di bicchieri. Ultimamente

le ragazzine hanno iniziato a bere in maniera smodata. Mangiano poco in settimana, perché hanno capito che l'alcol ingrassa e dunque, per

permettersi due cocktail in più nel weekend, si alimentano peggio i giorni prima».
Quali sono gli alcolici più diffusi tra i ragazzi?
«I giovani si "ammazzano" di birra e cocktail, non di vino. E poi ci sono quella sorta di bibite alcoliche in vendita anche nei supermercati.

Sembra di bere un succo di pompelmo, in realtà sono devastanti. A mio giudizio, sono una vera e propria droga legalizzata».
Ma l'alcol è solo una moda?
«No, in realtà è qualcosa di più pericoloso. Se non bevi sei uno sfigato al cospetto dei coetanei. E inoltre l'alcol fa calare le inibizioni.

I ragazzini si sentono più coraggiosi con le giovani dell'altro sesso che, a loro volta, sono più disinibite. Non è un caso che le malattie

sessuali siano in crescita come pure le gravidanze tra giovani».
Rischi per la salute?
«I ragazzi, comportandosi così, firmano una cambiale in bianco con il destino. Faccio un esempio: fino a 16 anni c'è il divieto a vendere

alcol e non è casuale. A quell'età, infatti, il fegato non è ancora pronto a smaltire l'etanolo. E pensate che c'è gente che a 12 anni si

rovina bevendo. Poi potrei iniziare a elencare altri problemi legati all'alcol come i guai vascolari, l'impotenza, la sterilità. Bastano?».
Di chi è la colpa?
«Non ho dubbi, dei genitori. Sono loro che devono dare le regole fin da piccoli. Non si può dare sempre le colpe ad altri, allo Stato o chi

per esso. Invece, papà e mamma sottovalutano il problema credendo che, in fondo, un bicchiere non faccia poi male a nessuno».
Cosa vuol dire ai giovani?
«Ne incontro 2.500 all'anno con il mio lavoro di prevenzione. I ragazzi non hanno la percezione del pericolo che corrono, pensano sempre di

essere più bravi dell'amico e che dunque non gli possa capitare mai nulla, perché si sanno regolare e "reggono". Proprio a questi dico di

stare attenti. Un bicchiere di birra o di vino non ha mai ucciso nessuno, ma la regola della "sbronza" in ogni fine settimana non può essere

accettata».
Mauro Peverelli


(Articolo pubblicato dal CUFRAD sul sito www.alcolnews.it)