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"Drinking Time Machine", l'APP che svela come si diventa dopo 10 anni di alcolismo

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"Drinking Time Machine", l'APP che svela come si diventa dopo 10 anni di alcolismo

Come sarebbero Angelina Jolie, Madonna e David Beckham se abusassero di alcol, tabacco o sostanze stupefacenti? Lo rivela una nuova applicazione per iPhone i iPad disponibile anche in italiano


"Ogni volta che bevi un alcolico l'effetto è maggiore di quanto immagini.. guardati dopo 10 anni": così recita la schermata di apertura di "Drinking Time Machine", una nuova App per iPhone e iPad già disponibile - anche in italiano - a 0,79 centesimi. Commissionata originariamente dal Governo scozzese per una campagna di sensibilizzazione sugli effetti devastanti dell'abuso di alcol, tabacco e stupefacenti rivolta alla popolazione tra i 31 e i 50 anni, e in particolare alle donne (In Scozia una donna su trenta muore per conseguenze legate all'alcolismo), questa curiosa applicazione mobile sta aprendo nuove frontiere anche ai colossi dell'industria del gossip, che finalmente, come se disponesse di una miracolosa macchina del tempo, può simulare l'invecchiamento delle star e le conseguenze spaventose di certe cattive abitudini, vere o supposte, sui loro volti celeberrimi. Usare "Drinking Time Machine" è elementare: basta scaricare l'App, caricare una foto propria o altrui, inserire i dati richiesti su quantità e frequenza del consumo di alcol, tabacco o droghe, e attendere il risultato. Così, con questa semplice operazione, sono finite nel mirino dei quotidiani britannici The Sun e del Daily Mail diverse icone dello sport e dello show biz internazionale, consumate, sebbene soltanto virtualmente, da dieci anni di stravizi. Ed ecco spuntare le immagini, inquietanti proprio perché verosimili, di un'Angelina Jolie vistosamente appesantita dalla simulazione della "Drinking Time Machine", di un David Beckham con quel che resta del suo proverbiale appeal e di una regina del pop, la sempreverde Madonna, avvizzita da un'ipotetica vita sregolata. "Lo scopo principale è di spaventare la gente inducendola a bere un po' meno", ha spiegato l'autrice dell'App, l'illustratrice forense Auriole Price, "Per farlo, ci appelliamo alla vanità delle persone, in quanto tra gli effetti dell'alcol ci sono capillari rotti sulle guance, occhi arrossati, faccia gonfia e rughe profonde". In altre parole, un buon deterrente contro le dipendenze, purché, segno dei tempi, si possegga il giusto smartphone.


(Articolo pubblicato dal CUFRAD sul sito www.alcolnews.it)