DrinkWise Australia: combattere l'abuso di alcol con avvertenze sulle etichette degli alcolici
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AVVERTENZE IN ETICHETTA SU BOTTIGLIE DI VINO & AFFINI? SE NON È "TERRORISMO" PUÒ AIUTARE LA CULTURA DEL BERE RESPONSABILMENTE. È LA MISSION DEL PROGETTO DI DRINKWISE AUSTRALIA: UNA CAMPAGNA PER COMBATTERE LA CULTURA GIOVANILE DELLO "SBALLO"
Ci sono Paesi dove la piaga dello "sballo alcolico" trova radici nella povertà e nel bisogno di evadere dalla realtà. Ci sono, poi, Paesi
dove è legato a tradizioni (o pseudo-tradizioni...) culturali. Un - cattivo - esempio è l'Australia, dove gli eccessi di consumo di alcol
sono fatti risalire addirittura ad un espisodio di immigrazione datato 1788, quando dei galeotti inglesi mandati in confino nelle terre
scoperte dal capitano Cook festeggiarono la fine della lunghissima traversata con una sonora "sbronza". Ma simili giustificazioni storiche o
folkloristiche sono pericolose, ed oggi la situazione in Australia non è più sostenibile, soprattutto perché il problema investe sempre più i
giovani. Ecco perché DrinkWise Australia, organizzazione composta dai grandi produttori di alcolici per la ricerca nel settore, ha lanciato
un programma - su base volontaria - che prevede di apporre sulle etichette di birra, vino e alcolici, avvertenze di tipo sanitario. In realtà
l'iniziativa non fa che anticipare l'applicazione di una legge che entrerà in vigore alla fine del 2011, e che renderà obbligatoria l'
indicazione in etichetta della potenziale pericolosità del prodotto.
DrinkWise Australia, fondata nel 2005, ha un obiettivo ambizioso: quello di modificare l'approccio culturale degli australiani verso l'alcol,
in particolare quello dei giovani, se si pensa che nell'isola dei canguri si inizia a bere, in media, a 15 anni e mezzo, e che già a 14 anni
si hanno i primi approcci con l'alcol. "Vediamo adolescenti fisicamente maturi e diamo per scontato che i loro cervelli lo siano altrettanto,
ma non è così", ha detto Trish Worth, presidente di DrinkWise Australia. "Dobbiamo sfidare idee che sono ormai tradizionali e "storiche" in
Australia". I primi esemplari di bottiglie con avvertenze in etichetta sono già in circolazione e nei prossimi mesi la loro diffusione
aumenterà.
Ma quali sono queste avvertenze? Semplici e poche: "Bambini e alcol non si mescolano", "È più sicuro non bere durante la gravidanza" e
"Bere danneggia te stesso o gli altri?". Messaggi diretti, come si vede, ad un pubblico giovane e giovanissimo. D'altronde, come dice Ian
Hickie, direttore dell Brain and Mind Research Institute dell'Università di Sydney, l'abuso di alcol altera lo sviluppo cerebrale, che è al
suo apice tra i 12 e 20 anni. Ma "i nostri ragazzi pensano di essere prova di proiettile. Per intervenire alla radice del problema, che è
culturale, non può bastare l'azione repressiva. Serve discuterne il più possibile, e la campagna di DrinkWise Australia va in questa
direzione". Soprattutto alla luce degli ultimi dati del sondaggio sanitario nazionale, che evidenziano un aumento dei soggetti a rischio di
alcolismo, tra il 1995 ed il 2005, dall'8,3% al 13,4%. Insomma, un'iniziativa da salutare con favore, se ha per scopo non il "terrorismo" sul
vino, ma la promozione di una cultura del bere responsabile.
(Articolo pubblicato dal CUFRAD sul sito www.alcolnews.it)