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Droga 2.0: lo sballo è on-line

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Droga 2.0: lo sballo è on-line

L'ultima tendenza dello spaccio illegale. I "designer drugs". I produttori di droga dei nostri giorni. Appassionati di chimica, alterano la struttura di molecole note per crearne di nuove.
La rivoluzione della rete che ruolo gioca nella diffusione della droga? Le pasticche sono l’insieme di alterazioni chimiche, talvolta si parte da farmaci comuni per ottenere sostanze sintetiche dannose: i “produttori” della droga lavorano ogni giorno per trovare il modo di ovviare ai divieti e riuscire a vendere tranquillamente in rete i loro prodotti. La verità è che effettuando ricerche on-line, si può arrivare ad estrapolare le formule per creare in casa sostanze illegali. La produzione della droga ha molto a che fare con la chimica organica, la ricerca scientifica e si muove su un piano di battaglia che lotta in una guerra di informazioni. The Guardian riporta alcune delle scoperte citate da Mike Power all’interno del suo “Drugs 2.0 – The Web Revolution That’s Changing How The World Gets High”

The Guardian scrive della tendenza di alcuni internauti di discutere delle loro esperienze in materia di scoperte di alcuni composti o del tasso di affidabilità dei venditori della rete: gli utenti si riuniscono in comunità sul web per affrontare il modo migliore per “produrre droga” o acquistarla nella maniera più legale possibile, semplicemente trovando il modo per aggirare i controlli. “La questione – spiega The Guardian – è che le persone hanno iniziato ad assumere droghe nuove che le autorità nemmeno conoscono e l’assunzione avviene in modi che mai avrebbero creduto”. Come ovviare? Ad esempio una nuova legge americana, vieta oltre alla produzione e alla vendita, anche la diffusione di informazioni su alcuni composti chimici e il divieto riguarda anche gli effetti di alcuni farmaci e il dosaggio: questo dovrebbe servire a togliere potere a chi produce la droga. “Se è stato un problema scoprire che la carne di cavallo è stata etichettata come manzo, cosa accadrà se una persona assume un farmaco che viene descritto erroneamente dieci volte meno potente?” scrive The Guardian.

PICCOLI CHIMICI  Si chiamano “designer drugs” e sono i produttori di droga dei nostri giorni: appassionati di chimica, alterano la struttura di molecole note quelle della LSD, MDMA e così via per crearne di nuove. Uno degli ultimi esempi messi in commercio è quello del Mefedrone, che nasce come sostanza fertilizzante e viene utilizzato come droga sintetica stimolante: il 4-metilmetcatinone è finito sul mercato per rispondere alla carenza di MDMA e ha più o meno gli stessi effetti. Finché è rimasto legale, ha avuto una larga diffusione poi il divieto ha spinto i consumatori a fare quello che fanno di solito quando vengono privati di una sostanza stupefacente: cercano di sperimentare per trovare un altro prodotto chimico non ancora illegale che abbia gli stessi effetti. Il libro di Power parla anche di alcune figure che hanno a che fare con il mondo della droga come Alexander Shulgin, chimico prolifico e geniale che ha inventato l’ecstasy e che ha introdotto il concetto di “museum dose” ovvero la quantità di droga minima “per avere trip interessanti” o John William Huffman che ha condotto una ricerca sui cannabinoidi sintetici rivelando: “Nessuno è mai morto di overdose di marijuana, al massimo porta a dimenticare dove si mettono le cose”. Tornando al mondo della droga nell’universo 2.0, i venditori riescono a spacciare in modo legale descrivendo la droga come “sali da bagno” o come fertilizzante da giardino. Insomma, gli spacciatori di oggi hanno capito come usare la rete e pescarli diventa sempre più difficile.

(Articolo pubblicato dal CUFRAD sul sito www.alcolnews.it)