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Droga: conferenza trieste

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Basta con le contrapposizioni ideologiche, di fronte all'emergenza-droga occorre rimboccarsi le maniche e lavorare tutti insieme, andando oltre ai conflitti politici: e' il messaggio della prima giornata della Conferenza nazionale sulle politiche antidroga, organizzata dal governo a Trieste. Messaggio ''rinforzato'' dalle parole del capo dello Stato, che in un lettera ha parlato di ''fenomeno allarmante'' e invita a porre l'attenzione sugli strumenti di prevenzione e di controllo. La pacatezza del confronto ha rischiato di essere smentita dalle premesse, quando il sottosegretario Carlo Giovanardi, organizzatore dell'evento, e' stato contestato al suo arrivo alla Conferenza da alcuni operatori delle dipendenze friulani che criticavano la legge Fini-Giovanardi. Grande assente, all'appuntamento triestino che vede la partecipazione di oltre mille operatori del servizio pubblico e del privato sociale (molti dei quali invece disertarono la precedente conferenza, a Palermo nel 2005), il leader della comunita' di San Patrignano, Andrea Muccioli. Giovanardi lo critica: ''Muccioli ritiene che il confronto sia un non-valore, invece per noi e' un grandissimo valore''. Il figlio di Vincenzo Muccioli, da Vienna dove segue la Conferenza delle Nazioni Unite sulla droga, insiste: ''a Trieste non ci sono i contenuti e il contesto per costruire cose concrete. Si risolve tutto sempre in un litigio sterile''. La prima parte della giornata, dedicata a istituzioni e politici, registra un tentativo di distensione tra posizioni storicamente. Comincia Giovanardi, che definisce ''equilibrata'' la legge che porta il suo nome, la Fini-Giovanardi, ma poi subito aggiunge che il governo e' pronto al confronto: ''se dalla Conferenza verranno proposte migliorative sensate, siamo pronti ad accoglierle e a portale in Parlamento''. Livia Turco, unica esponente politica dell'opposizione, raccoglie e invita a una moratoria del dibattito politico sulla legge, per dedicare la discussione ai problemi concreti: ''La sfida lanciata di una piena inclusione sociale dei tossicodipendenti - dice la Turco citando Giovanardi su un ''quinto pilastro'' delle strategie antidroga, quello del reinserimento - ci vede d'accordo. Cio' richiede pero' un grande investimento nelle politiche sociali e nella sanita' pubblica, e su questo vediamo invece un pesante passo indietro''. A dimostrarlo le cifre dei tagli. Un'esortazione ad abbandonare le ideologie e' giunto anche dal ministro della Gioventu', Giorgia Meloni, che ha invitato a porre mano a una riforma di tutto il sistema dei servizi, dai Sert alle comunita'. Una difesa delle comunita' e' invece arrivata dal capogruppo del Pdl in Senato, Maurizio Gasparri, che ha invitato ''a sprecare meno soldi con alcune strutture che producono pochi risultati e a incoraggiare di piu' il volontariato, laico e cattolico''. Della stessa idea il sottosegretario alla Salute, Ferruccio Fazio, che ha elogiato comunita' e volontariato, ''una risorsa preziosa che deve diventare parte istituzionalizzata della sanita'''. Il sottosegretario alla Giustizia, Maria Elisabetta Alberti Casellati, ha annunciato che il ministero sta lavorando, insieme a Giovanardi, a un progetto con cui ''far entrare le comunita' di recupero dentro le carceri, per dare una speranza che spesso la detenzione nega''. Sul narcotraffico si e' infine soffermato il procuratore nazionale antimafia, Pietro Grasso. La lotta alla droga, ha detto, ''da' grandi risultati, ma i traffici sono tali e tanti che bisogna continuare insieme la lotta senza quartiere''. E questa lotta ''non si potra' mai fare senza la cooperazione di tutti i Paesi che vengono colpiti, quelli dove le droghe sono prodotte e quelli dove vengono commercializzate''.. E in Italia, ha aggiunto Grasso, l'esclusiva dei traffici di stupefacenti spetta alla 'ndrangheta, ma i cartelli, ha avvertito, stanno diventando sempre piu' ''agili e di breve durata''.