Droga e alcol "bloccano" la patente...
Droga e alcol "bloccano" la patente...
Revoca a vita nel caso di due incidenti mortali - Altrimenti scatta lo stop per due anni... Con la riforma di agosto, il
Codice della strada ha messo anche l'ultimo lucchetto. Ora per etilisti e tossicodipendenti pericolosi non c'è più alcuna
possibilità di rimettersi alla guida: al secondo incidente stradale con esiti mortali causato sotto l'effetto di alcol o
droga, la patente viene revocata a vita. Ma non basterà: i protagonisti di alcuni degli incidenti che più hanno scosso
l'opinione pubblica negli ultimi mesi erano persone che guidavano nonostante avessero già subìto la revoca e non avessero
conseguito una nuova patente. Il problema è che inasprire le norme non basta. Siamo partiti da un sistema ridicolo, in cui di
fatto era possibile iniziare il percorso per ottenere da neopatentato una nuova licenza di guida subito dopo la revoca. Dal
2003, stretta dopo stretta, siamo arrivati alla situazione di oggi, con un periodo minimo di due anni (tre anni, contati a
partire dalla sentenza che accerta il reato, se la revoca era dovuta ad alcol o droga) e il bando a vita (misura mai prevista
dal Codice finora). Ma è fisicamente impossibile evitare che una persona salga su un veicolo e si metta a guidarlo. Né è
pensabile cautelarsi tenendo questa persona in carcere per sempre. D'altra parte, chi guida con patente revocata compie un
reato punito con un'ammenda da 2.257 a 9.032 euro e con il fermo del veicolo (che, nel caso dei motoveicoli, diventa
confisca). Solo per i recidivi nel corso di un biennio c'è l'arresto, fino a un anno. Così probabilmente l'unica soluzione
credibile è quella tecnologica: un microchip contenuto nella patente, che possa fungere da "braccialetto elettronico". Ciò
presuppone che tutte le vetture in circolazione non si avviino più con la chiave, ma proprio con la patente, da far passare
vicino a un lettore. Un sistema che avrebbe ulteriori vantaggi: funzionerebbe da antifurto, registrerebbe attimo per attimo
chi guida (lasciando senza appigli chi sfugge a sospensioni della patente e decurtazioni di punti dichiarando di non
saperlo), permetterebbe di applicare limiti di velocità specifici per neopatentati (dialogando con la centralina di gestione
del motore). Ma la strada è lunga e incerta. Occorrerà che la Ue (che ha la competenza sugli equipaggiamenti dei veicoli)
decida di imporre sistemi del genere su tutti i nuovi mezzi e attendere che quelli sprovvisti escano dalla circolazione.
Autore: Maurizio Caprino