Droghe e legge: cosa si rischia
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L'avvocato Alessandro Ceccoti spiega le implicazioni legali legati agli stupefacenti
L'uso e l'abuso di sostanze stupefacenti è un tema che sempre più prepotentemente entra non solo nella cronaca di fatti criminali ma anche in quella che coinvolge la società e il costume. Quello delle droge, è un tipo di commercio illecito che sembra non conoscere crisi. Secondo recenti dati statistici negli ultimi dieci anni la fascia di età dei fruitori si è molto abbassata, il primo contatto con prodotti allucinogeni e stimolanti, odiernamente avverrebbe nella pre adolescenza in un range anagrafico che varia dai 12 ai 14 anni. La cocaina sembrerebbe essere la droga preferita dagli italiani, lo testimonia anche un indagine del 2007 effettuata da parte del Ris il quale ha rivelato che su un campione di 100 banconote da venti euro nel 97% dei casi sono state riscontrate tracce di cocaina.
Ma oltre i noti danni fisici e psichici, attestati dalla scienza medica, che la droga produce quali sono i rischi in termini legali a cui chi detiene e consuma sostanze stupefacenti può andare incontro? Lo abbiamo chiesto ad Alessandro Ceccoti avvocato penalista ed esperto di questioni legali inerenti alla droga.
L'abitudine di crearsi piantagioni private di marijuana per usufruirne e per rivendere il prodotto sembra essere un hobby redditizio che alcuni italiani "coltivano". Spesso però il contenuto di thc (principio attivo che rende effettivamente la marijuana uno stupefacente) alle volte non è cosi alto per varie ragioni (territorio, esposizione solare , altro) perché poi questi improvvisati agronomi sia imputabili ai sensi della legge. E' davvero cosi?
Il reato di coltivazione è stato oggetto di contrastanti pronunce giurisprudenziali. Di portata particolarmente innovativa è una nota sentenza del 2007 in cui la Cassazione affermò la liceità della detenzione a fini personali di un esiguo numero di piante di cannabis. Alcuni commentatori salutarono ironicamente tale pronuncia con l'esclamazione: "gaudemus igitur". Di segno opposto è però l'orientamento attualmente in vigore che considera reato di spaccio qualsiasi condotta non autorizzata di coltivazione, anche se dalle piante si possa ricavare solo una modesta quantità di principio attivo. Ne consegue che le uniche piante di canapa legalmente detenibili sono quelle che non producono sostanze psicoattive.
Parlando di cocaina; cosa si intende per dose personale? E quali rischi legali si corrono quando si viene trovati in possesso di tale sostanza?
E' personale, quindi destinata esclusivamente al consumo di un singolo soggetto, quella dose di stupefacente caratterizzata da una quantità di principio attivo inferiore ad un limite stabilito per legge. Per chi detiene una "dose personale", sono previste delle sanzioni amministrative quali ad es. la sospensione della patente ed il divieto temporaneo di espatriare, che perseguono anche il fine di ottenere la disassuefazione dalle droghe mediante la prescrizione di incontri psicoterapeutici e di cicli di analisi delle urine.
Ipotizzando che in una macchina occupata da quattro passeggeri venga fermata dalle forze dell'ordine per un controllo e solo uno di essi venga trovato in possesso di sostanze stupefacenti, quali sono i rischi legali nei quali possono incorrere gli altri occupanti del veicolo?
In tale ipotesi trova applicazione la normale disciplina del concorso di persone nel reato: se il quantitativo di stupefacente è tale da essere considerato come finalizzato allo spaccio, i passeggeri risponderanno di tale reato se verrà provata la loro consapevole partecipazione nell'acquisto o nella eventuale vendita
A quali controlli da parte delle forze dell'ordine è soggetto un "tossico dipendente" cioè chi è riconosciuto dalle istituzioni come abituale consumatore di sostanze?
Un tossicodipendente in senso formale è quel soggetto che facendo uso di droga si rivolge al Ser. T. (Servizio Tossicodipendenze) e al quale viene rilasciato un certificato di tossicodipendenza. Ovviamente la struttura sanitaria persegue il fine di affrancare il proprio paziente dall'uso di sostanze psicotrope ed in questo senso sono previsti esami periodici delle urine, assistenza psichiatrica e medica. Essendo la tossicodipendenza considerata alla stregua di una patologia, le forze dell'ordine non sono tenute ad effettuare controlli ad hoc nei confronti dei consumatori abituali di stupefacenti. Laddove quest'ultimi commettessero un reato, sono previsti una serie di strumenti giuridici finalizzati ad agevolarne la disintossicazione, si da consentire un più incisivo reinserimento sociale, eliminando il rischio di recidiva spesso proprio legato al consumo di sostanze psicoattive.
Come viene punito e sanzionato lo spaccio di droga? Nel nostro ordinamento esiste una diversità di sanzioni tra la cosiddetta droga leggera (hashish, marijuana) e le droghe pesanti (coca, eroina)?
La cessione di stupefacenti è certamente considerato un reato di particolare allarme sociale e perciò è punito con la reclusione da sei a vent'anni.
Al fine di mitigare l'afflittività di tale trattamento sanzionatorio e anche per adeguare la pena alla concreta gravità del fatto è prevista una sanzione più contenuta (da uno a tre anni) se la condotta di spaccio può qualificarsi come di lieve entità. In tal senso assume rilievo innanzitutto la quantità di droga ceduta ma dovranno essere valutate anche le altre circostanze dell'azione quali ad esempio il rinvenimento di materiale per la pesatura, il taglio ed il confezionamento dello stupefacente.
Dal 2006 è stata abrogata la differenziazione delle pene in base alla tipologia della sostanza ed è quindi giuridicamente irrilevante la distinzione tra droga c.d. pesante o leggera. La quantità detenibile, però, generalmente diminuisce tanto più una sostanza presenti effetti droganti di maggiore incisività.
Esiste una tabella di riferimento delle sostanze stupefacenti che è detenuta dalle forze dell'ordine, ma spesso la legge viene frodata con l'immissione sul mercato di nuove sostanze non ancora elencate siano esse di origine vegetale (queste spesso vendute su internet) siano esse di sintesi. La legge quali strumenti ha per far fronte a tale situazione?
La tabella è stilata dal Ministero della salute sentito il Ministero della giustizia, di concerto con il Ministero dell'interno e con il dipartimento delle politiche antidroga. Lo strumento amministrativo, più snello dell'iter legislativo ordinario, consente un aggiornamento più rapido, proprio per evitare che nuove sostanze psicoattive possano essere introdotte sul mercato in assenza di una adeguata risposta penale.
Un reato commesso sotto "stupefacente" è diverso (legalmente parlando) da uno che si commette da "lucidi"?
In generale un illecito penale perpetrato in stato di alterazione da stupefacenti o da alcol non prevede una disciplina diversa da quella comune. Se pure al momento della commissione il soggetto non presenta quello stato psicologico di coscienza indispensabile per la sussistenza di un reato, la sanzionabilità della condotta dipende dalla possibilità di ciascuno di evitare stati di ebbrezza. A tale principio fa eccezione la previsione di un aumento di pena nel caso in cui l'ebbrietà è autoindotta proprio al fine di commettere il reato, ad esempio per superare i propri freni inibitori. Diversamente, non soggiace a pena soltanto colui che è posto in stato di alterazione per cause indipendenti dalla propria volontà, come nel caso dell'operaio di una distilleria che investe una persona perché guida in stato di ubriachezza a causa di un guasto che lo porta ad aspirare involontariamente i fumi che scaturiscono dai distillati.