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Droghe sintetiche, una revisione della letteratura sulle piperazine

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Droghe sintetiche, una revisione della letteratura sulle piperazine

Nell'ambito delle droghe di origine sintetica (le cosiddette “designer drugs”) le piperazine hanno fatto il loro ingresso nella scena delle discoteche e rave party diversi anni fa in numerosi paesi del mondo. Spesso vendute al posto dell’ecstasy (MDMA), risultano commercializzate sotto forma di capsule, tavolette o pillole, ma anche in forma di polvere o liquido. Vendute soprattutto attraverso Internet, le piperazine sono state individuate anche come adulteranti dell’ecstasy e della cocaina. Chimicamente si distinguono in benzilpiperazine di cui il capostipite è proprio la benzilpiperazina (BZP) e fenilpiperazine con la metaclorofenilpiperazina (mCPP) quale esempio più noto.
Arbo e colleghi del Laboratorio di Tossicologia della University of Porto in Portogallo, nella loro revisione della letteratura riportano come i derivati delle piperazine vengano venduti quali prodotti sicuri mentre in realtà, gli effetti allucinatori e stimolatori sul sistema nervoso centrale, portano a percezioni ed esperienze inusuali dopo l’ingestione. Questi effetti sono documentati da una serie di casi descritti in letteratura su sintomatologie tossiche sperimentate dai consumatori, incluso un decesso per edema cerebrale in seguito a coassunzione di BZP e MDMA. Le piperazine e derivati costituiscono dunque un rischio per la salute dei consumatori. Ne emerge la necessità di disporre di metodi di analisi adeguati per il riconoscimento dell’assunzione di tali molecole e per lo studio del metabolismo ed escrezione anche al fine di individuare potenziali metaboliti. La presente revisione riassume le proprietà tossicocinetiche incluso il metabolismo, gli studi in vitro e in vivo (su modello animale e sull’uomo quando disponibili) e alcune ipotesi di meccanismo d’azione. Inoltre vengono riportati gli studi sull’identificazione di queste molecole sia su campioni di sostanza che su campioni biologici quali sangue ed urine, con metodologie in cromatografia liquida o gassosa, accoppiata alla spettrometria di massa, sottolineando invece l’assenza in commercio di metodi rapidi immunologici o colorimetrici specifici per questa tipologia di molecole.

 


(Articolo pubblicato dal CUFRAD sul sito www.alcolnews.it)