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Drug Alcohol Dependence: l'ecstasy toglie il sonno e rovina l'umore

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L'ecstasy toglie il sonno e rovina l'umore: uno studio australiano

Una ricerca australiana ha pubblicato sulla rivista Drug and Alcohol Dependence i risultati ottenuti da uno studio che esamina i sintomi rilevati in chi usa abitualmente ecstasy. I disturbi del sonno e dell’umore sono un effetto collaterale comune nelle persone che consumano ecstasy.

Gli autori hanno quindi preso in considerazione la frequenza d’uso, la quantità d’uso e i disturbi associati al consumo della sostanza in 268 consumatori (54.1% maschi e 45.9% femmine) valutando la qualità del sonno e la presenza di eccessiva sonnolenza durante il giorno. Lo studio ha previsto la somministrazione di questionari per escludere la presenza di malattie mentali e fisiche oltre che una valutazione tossicologica. In generale, i risultati della ricerca dimostrano che gli uomini fanno un uso quantitativamente maggiore di ecstasy rispetto alle femmine sebbene la frequenza d’uso risulta simile. Le femmine dichiarano maggiori effetti collaterali dopo il consumo di ecstasy, nello specifico manifestano stati emotivi come senso di colpa e rimorso, difficoltà nello svolgere le cose quotidiane e la pressione sociale nel ridurre l’uso della sostanza.

Quindi emerge una interazione tra quantità di ecstasy assunta e genere sessuale, maggiore tra i maschi, e tra frequenza d’uso e genere sessuale nello sviluppo di disturbi del sonno e difficoltà nello svolgere le attività quotidiane, maggiore tra le donne. È inoltre emersa una correlazione tra una povera qualità del sonno e lo sviluppo di stati d’animo negativi dopo assunzione di ecstasy senza distinzione tra i sessi.La ricerca dimostra quindi l’esistenza di una comorbilità tra disturbi dell’umore e del sonno nei consumatori di ecstasy. Questi risultati possono avere importanti implicazioni nel campo del trattamento della dipendenza da ecstasy focalizzando l’attenzione sugli importanti ed invalidanti disturbi psicofisici che l’uso della sostanza può provocare.


(Articolo pubblicato dal CUFRAD sul sito www.alcolnews.it)