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Drug and Alcohol Dependence: la cocaina danneggia i collegamenti funzionali nel cervello

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La Cocaina danneggia i collegamenti funzionali nel cervello

I consumatori di cocaina mostrano un pattern di connettività cerebrale diverso dal normale. È il risultato emerso da uno studio americano e

recentemente pubblicato sulla rivista Drug and Alcohol Dependence. I partecipanti alla ricerca (14 cocainomani e 15 soggetti di controllo)

hanno eseguito un compito detto "finger-tapping task", dove tutte le dita della mano si toccano tra loro in modo sequenziale. L'esecuzione

di questo semplice compito motorio richiede una coordinata sequenza temporale tra più regioni corticali (corteccia motoria primaria,

prefrontale e frontale) e sottocorticali (striato, cervelletto). Lo studio eseguito con Risonanza Magnetica funzionale (fMRI) ha dimostrato

che nei cocainomani l'attivazione delle aree frontali non correla in modo significativo con l'attività delle aree striatali dorsali,

nonostante l'intatto collegamento anatomico cortico-corticale tra le aree. Il consumo di cocaina sembra essere la variabile responsabile

dell'alterato funzionamento della connettività neurale fronto-striatale. I ricercatori hanno inoltre identificato tempi di reazione

nettamente più lunghi nei cocainomani rispetto al gruppo di controllo. Il rallentamento dei tempi di reazione rappresenta quindi un correlato

comportamentale del deficit di connettività funzionale. La specificità dell'alterazione a livello delle connessioni fronto-striatali

suggerisce come la dipendenza da cocaina possa avere meccanismi neurobiologici simili ad altri deficit clinici. Nello specifico il distrubo

ossessivo-compulsivo, la sindrome di Tourettes e in generale i disordini attentivi dimostrano alterazioni della connettività funzionale nella

regioni fronto-striatali. Sarebbe utile sviluppare ulteriormente i risultati dello studio per capire se tale alterazione si riscontra nei

cocainomani anche durante l'esecuzione di compiti cognitivi più complessi.

(Articolo pubblicato dal CUFRAD sul sito www.alcolnews.it)