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Drunkoressia: il pericoloso cocktail di anoressia e alcolismo

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Drunkoressia, il pericoloso cocktail di anoressia e alcolismo

In Italia il potere dell'alcol seduce giovani e giovanissimi: 18 su 100 al di sotto dei 16 anni hanno comportamenti legati all'alcool. Il 42%

dei ragazzi e il 21% delle ragazze minorenni si dà alla bottiglia. Percentuali inquietanti ma a destare maggiori preoccupazioni è la moda del

digiuno prolungato per incrementare l'effetto "sballo" da consumo di alcool.
La drunkoressia: che cos'è?
È stato definito "drunkoressia", un fenomeno che in Italia colpisce soprattutto le ragazzine. Digiunano dalle 24 alle 48 ore per poter

consumare alcolici allontanando la paura di ingrassare. "Drunk" come ubriaco, l'ubriacatura facile unita al dimagrimento è l'obiettivo. Ma

quando la riduzione di cibo in corrispondenza del giorno prima, del giorno dopo e del giorno in cui si programma di uscire per bere è

drastica, i pericoli aumentano.
Dati alla mano
Statistiche recenti indicano una percentuale piuttosto alta, circa il 30%, di giovani di età compresa tra i 18 e i 24 anni che saltano i

pasti per bere di più. Da un sondaggio condotto sugli studenti della University of Missouri- Columbia è emerso che un intervistato su sei, il

16%, limita il consumo di cibo, a volte se ne priva, per assumere più alcol. Inoltre tre su quattro che manifestano atteggiamenti tipici

della drunkoressia sono donne.
Mangiare meno per bere di più
La riduzione della quantità di cibo è necessaria per una serie di ragioni:

- evitare di ingrassare (l'alcol ha un elevato apporto calorico quindi solo riducendo la quantità di cibo si potrà scongiurare l'aumento del

peso),
-ubriacarsi (l'alcol a stomaco vuoto entra in circolo più rapidamente e gli effetti si manifestano in tempo breve),
-risparmiare i soldi del cibo a vantaggio dell'acquisto di bevande alcoliche.

Alle origini della drunkoressia
Il consumo eccessivo di alcolici può celare disagi relazionali. Molti affermano di non essere capaci di divertirsi senza ubriacarsi, di aver

bisogno di essere brilli per sentirsi disinibiti di fronte agli altri e accettati dal gruppo. Inoltre quando si beve, si avverte un senso di

sazietà e non si pensa più al cibo. Il problema maggiore è dato dall'incoscienza: quando i giovani sostituiscono il cibo con l'alcol nella

stragrande maggioranza dei casi non pensano alle conseguenze.
Emotività: l'altra faccia del disturbo alimentare
Gli esperti definiscono i disturbi alimentari come la punta di un iceberg che affonda le radici nell'emotività. I problemi legati all'

alimentazione o ad altri tipi di dipendenze come droga e alcolici, spesso nascono dalla necessità di alleviare un dolore emotivo. Si sceglie

allora di punire il corpo manifestando una forma di controllo su di esso e attraverso l'alcol è possibile raggiungere uno stato di euforia in

tempi brevi. Purtroppo però si tratta di una gioia momentanea che cede presto il posto a stati d'animo malinconici e depressivi.
Alcol e anoressia, i rischi per la salute
Quando persistono comportamenti legati alla drunkoressia, gli effetti negativi sul corpo sono molteplici; si può incorrere in insufficienza

renale e problemi gastrointestinali, ma si arriva anche al danneggiamento del fegato, organo deputato alla metabolizzazione dell'alcol. Anche il cuore rischia serie complicazioni da abuso di alcol; da tempo è stata dimostrata la correlazione tra alcol e attacchi di fibrillazione

atriale ma la conseguenza più seria è l'aumentato rischio di ictus. I soggetti che soffrono di drunkoressia spesso rischiano lunghe degenze

in ospedale e anche il coma etilico.
In genere non ci si rende conto di quanto pericolosa sia questa pratica: da atteggiamento giovanile a vero e proprio disturbo alimentare il

passo è breve. Coloro che soffrono di drunkoressia sono anche più esposti ai rischi che vengono dall'esterno, violenze, comportamenti

sessuali deviati, e dall'interno, intossicazioni da alcol, malattie croniche e cognitive o danni cerebrali irreversibili che si svilupperanno

nel corso della vita.

(Articolo pubblicato dal CUFRAD sul sito www.alcolnews.it)