Due giovani ieri sera hanno bloccato il traffico per un'ora. Colpito un carabiniere
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Si stendono per terra davanti alle Cucine popolari
IL GAZZETTINO 20 Gennaio 2009
La protesta di una coppia di senza tetto davanti alle cucine economiche popolari ha mandato il traffico in tilt per almeno un'ora ieri sera. Lui, ex tossicodipendente appena uscito dal carcere e disabile (è senza una gamba) insieme alla sua compagna, ha deciso qualche minuto dopo le 19 di sdraiarsi in mezzo a via Tommaseo. I due avrebbero inscenato il sit-in perché, secondo la loro ricostruzione dei fatti, il personale delle cucine popolari non aveva voluto servirgli da mangiare. La coppia, in più di una occasione,ha sottolineato questo rifiuto della cena, urlando che ormai i Servizi sociali aiutano solo gli extracomunitari e non più gli italiani. Le decine di automobilisti in coda hanno chiamato ripetutamente le forze dell'ordine e intorno alle 20 sono intervenuti i carabinieri del Norm (nucleo operativo radiomobile). I due però non hanno voluto alzarsi dalla strada. Anzi l'uomo, molto alterato anche perchè probabilmente sotto effetto dell'alcol, ha colpito con un pugno al volto un maresciallo. A questo punto i militari li hanno bloccati i due portandoli per accertamenti nella caserma di via Rismondo. Sia l'uomo sia il maresciallo dei carabinieri si sono fatti refertare al pronto soccorso dell'ospedale civile. Più tardi il fermo per Fabio Pedron si è tramutato in arresto, per resistenza a pubblico ufficiale.
«Quando un uomo è esasperato è capace di tutto, in fondo bisogna capirlo» dice al telefono suor Lia, che dirige le cucine. «Ecco, ora chissà che cosa scriverete ma non è vero che le cose sono andate come dice, lo conosco benissimo tra l'altro, ma era fuori di sé. Tutto è cominciato a mezzogiorno quando lui e la sua compagna sono arrivati per mangiare. Si è presentata lei ma il biglietto del numero che aveva era già stato superato. Allora le ho detto di pazientare. Poco dopo è arrivato lui, gridando che orami per gli italiani non c'era più comprensione, che si faceva tutto solo per gli immigrati. E sono andati via. Alle 18 sono ritornati per la cena e lui si è messo tra le due porte d'entrata gridando le stesse frasi. Si è formata una calca alla porta ed io sono andata a parlargli dicendogli che doveva calmarsi, era in un luogo della diocesi. È uscito e per tutta risposta spostando le griglie delle bici ha bloccato l'ingresso del centro di accoglienza. A quel punto ho chiamato i carabinieri chiedendo loro che rimettesse a posto le griglie e lasciasse almeno libero il passaggio. Si è spostato, i carabinieri sono andati via. Ma è durata poco. Prima lui e poi la sua compagna si sono stesi per terra davanti alle Cucine, bloccando il traffico. Così la situazione è degenerata, ho richiamato le forze dell'ordine ma nel frattempo gli animi si erano già riscaldati... Io non lo biasimo, probabilmente doveva essere andato anche ai Servizi Sociali e magari non avrà avuto le risposte che pensava. Sono situazioni molto delicate, quando mancano una casa e dei riferimenti».