Duemilioni e mezzo di decessi ogni anno nel mondo causati dall'alcol
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Duemilioni e mezzo di decessi ogni anno nel mondo causati dall'alcol
L'abuso (IL CONSUMO) di alcol è un problema globale che compromette lo sviluppo individuale e sociale in tutto il pianeta. La conseguenza di
questa vera e propria piaga sono 2,5 milioni di morti ogni anno nel mondo. È noto, peraltro, che provochi danni ben oltre la salute fisica e
psicologica del bevitore danneggiando il benessere e la salute delle persone che bevono. Ma le persone intossicate possono danneggiare gli
altri: mettono a rischio di incidenti stradali o comportamenti violenti o influenzano negativamente i colleghi di lavoro, parenti, amici o
estranei. Così, l'impatto dell'uso nocivo dell'alcol raggiunge tutti gli ambiti della società.
"L'abuso - spiegano gli esperti - è un fattore determinante per disturbi neuropsichiatrici, tra gli altri anche l'epilessia ed altre malattie
come quelle cardiovascolari, cirrosi del fegato e vari tipi di cancro. L'uso nocivo dell'alcol è anche associato con diverse malattie
infettive come l'HIV/AIDS, la tubercolosi e le infezioni sessualmente trasmissibili (MST). Questo in conseguenza del fatto che il consumo di
alcol indebolisce il sistema immunitario e ha un effetto negativo sull'aderenza dei pazienti al trattamento antiretrovirale".
Una parte rilevantissima dei danni conseguenti all'abuso sono da ravvisarsi nelle lesioni involontarie e intenzionali, e tra queste gli
incidenti stradali, la violenza ed i suicidi che vanno a coinvolgere in maniera sempre più eclatante le categorie più giovani. Il grado di
rischio per l'abuso di alcol, secondo gli studi, varia con l'età, il sesso e altre caratteristiche biologiche del consumatore. Inoltre, ha un
ruolo importante il livello di esposizione alle bevande alcoliche e l'impostazione e il contesto in cui si beve. Ad esempio, l'alcol è il
terzo fattore di rischio più grande del mondo per lo sviluppo di malattie; è il principale fattore di rischio nel Pacifico occidentale e le
Americhe e il secondo più grande in Europa. Peraltro, risulta che nel solo anno passato ben 320.000 giovani di età compresa fra i 15 e 29
anni sono morti per cause alcol-correlate, pari al 9% di tutte le morti in quel gruppo di età.
Il consumo di alcol da parte delle gestanti può causare la sindrome alcolica fetale e può determinare complicazioni alla nascita, che sono
nocive per la salute e lo sviluppo dei neonati. In Italia 7 neonati su 100 sono stati esposti al consumo di alcol nel grembo materno. Sono
questi i primi dati italiani rilevati dal uno studio dell'Istituto Superiore di Sanità e diffusi nell'ambito di una conferenza stampa in
occasione della prima Giornata internazionale della consapevolezza sulla sindrome feto-alcolica. Lo studio multicentrico di prossima
pubblicazione è stato condotto attraverso un biomarcatore, l'etilglucuronide, in grado di rilevare l'esposizione all'alcol nel meconio, le
prime feci dei neonati. Il gruppo di studio, capeggiato dalla dottoressa Pichini ha messo in luce che c'è un consumo di alcol in gravidanza
sottostimato o non riconosciuto da parte delle donne che partoriscono: l'analisi sul meconio di 607 neonati, infatti, ha rivelato un'
esposizione media del 7.6% di neonati, con una distribuzione nelle diverse città campione dello studio molto diversificata: da uno 0% nella
neonatologia di Verona ad un 29% nella neonatologia dell'Umberto I di Roma.
Secondo Giovanni D'Agata, componente del Dipartimento Tematico Nazionale "Tutela del Consumatore" di Italia dei Valori e fondatore dello
"Sportello dei Diritti" da anni impiegato in una battaglia senza tregua all'abuso dell'alcol: "è giunta l'ora di adottare una strategia
globale che attraverso un impegno collettivo da parte delle istituzioni possa ridurre questa vera e propria piaga in grado di minare le basi
della società e dai costi sociali impressionanti. Non c'è più tempo, perché troppe vite umane vengono spezzate per conseguenze dirette ed
indirette del consumo di alcol. Informare ed educare sui rischi e i problemi conseguenti può essere determinante per ridurre notevolmente la
possibilità che altre morti e malattie si verifichino in futuro".
(Articolo pubblicato dal CUFRAD sul sito www.alcolnews.it)