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Effetti della crisi: meno coca, più alcol

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C’è la crisi: meno coca, più alcol
Zanusso: «In calo le droghe tradizionali». Ma in 3 mila usano l’eroina


di Valentina Calzavara


La crisi economica si ripercuote anche sull'acquisto di stupefacenti: calano i consumi di cocaina, ma aumenta la spesa per alcol e gioco d'azzardo. Il narcotraffico risponde al crollo dei prodotti di punta del proprio mercato con «minidosi low cost» e «versioni light» guardando a giovanissimi clienti. E intanto l'azienda sanitaria trevigiana continua a insistere sul piano della prevenzione, entrando a scuola, nei patronati e nei locali.


Stando agli ultimi dati, diminuisce il numero di dipendenti da eroina in cura al Sert, dai 564 del 2011 si è passati agli attuali 447. Accade lo stesso per la polvere bianca, due anni fa in cura al centro dell'Usl 9 si contavano 92 pazienti contro i 79 di oggi. «Stiamo assistendo a una leggera diminuzione dell'uso delle sostanze “tradizionali” e a una preoccupante crescita dell'abuso di alcol e cannabinoidi specie tra i ragazzi e le donne. Questo secondo il numero dei nostri assistiti a livello clinico», rivela Germano Zanusso, direttore del Sert di Treviso «il fenomeno è complesso, bisogna considerare il momento di generale crisi occupazionale che stiamo attraversando e la costante attività che il nostro dipartimento porta avanti per intercettare e sensibilizzare la popolazione sul tema».


In compenso però sale in modo esponenziale la quantità di bevitori e giocatori patologici. Se nel 2009 i dipendenti da slot machines erano 4 ora l'Usl 9 ne ha in carico ben 119. «Secondo i dati Istat in Veneto abbiamo 35.580 giocatori, di questi il 10% è patologico. Vuol dire che ha perso il controllo, dilapida il patrimonio, distrugge i legami familiari, fallisce nel lavoro, fino ad arrivare alla perdita della casa e al suicidio», spiega il primario. Cresce anche l'abuso di alcol negli adolescenti: dai 15 anni in su, il cocktail diventa per molti di loro la modalità preferita per lo sballo, seguita dallo spinello, con un ragazzo su 5 che ne fuma. «Non siamo ancora nel terreno della dipendenza» chiarisce Zanusso «ma attenzione che la cannabis, non è una droga leggera, spacca il cervello. E rimane, dal mio punto di vista, una corsia preferenziale per arrivare anche ad altre droghe. Questo perché nella sua composizione troviamo oggi un principio attivo geneticamente modificato che è fino a 20 volte superiore se paragonato a una “canna” degli anni Novanta». Così il business dello spaccio trevigiano si adegua ai tempi e fronteggia il calo di consumatori “classici” con prodotti a buon prezzo per iniziare i giovani. «Un tempo la coca era riservata alla sola Treviso bene, adesso stanno cercando di ampliare il target. In circolazione si trovano facilmente anche minidosi da 10 euro. Costano poco perché hanno un principio attivo basso e sono state studiate dalla criminalità per cominciare a costruirsi i clienti del futuro», spiega Zanusso, ricordando come la polvere bianca fosse fino a qualche anno fa una droga di “status” accostata all'immagine del professionista ultra- trentenne in carriera. Cambia anche la diffusione dell'eroina nella Marca, conclude il medico: «L'eroina viene ancora considerata la droga per antonomasia, acquistabile per 50-70 euro al grammo. Parliamo di un forte sedativo che annovera tra i suoi habitués oltre 3 mila trevigiani».


http://tribunatreviso.gelocal.it/cronaca/2013/09/19/news/c-e-la-crisi-meno-coca-piu-alcol-1.7776067


(Articolo pubblicato dal CUFRAD sul sito www.alcolnews.it)