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Emergenza droga nei paesi arabi: al Cairo si studia il modello italiano e nuove forme di collaborazione

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EMERGENZA DROGA ANCHE NEI PAESI ARABI: AL CAIRO SI STUDIA IL MODELLO ITALIA E NUOVE FORME DI COLLABORAZIONE


Purtroppo le droghe si diffondono anche nei Paesi Arabi e sorge la forte esigenza in questi paesi di dare risposte concrete alla crescita di questo fenomeno. Diventa quindi necessario: creare un sistema capillare di prevenzione, attivare centri di cura e riabilitazione orientati al recupero delle persone, definire un piano di azione nazionale, istituire gli Osservatori Nazionali, elaborare un sistema di screening per il monitoraggio del fenomeno delle dipendenze, attivare contemporaneamente interventi per la prevenzione delle patologie droga correlate e avere formazioni in materia di strategia generale, prevenzione trattamento e recupero.


Per quanto riguarda l'Italia è stata particolarmente apprezzata la strategia generale al problema delle droghe e al fatto che il modello italiano sia basato a livello nazionale su una struttura di coordinamento interministeriale come quella del DPA che fa da collante tra tutti i ministeri in materia di droga. Ed è proprio su questo modello che gli egiziani hanno detto di voler riorganizzare la loro struttura interna.


La situazione in questo paese, come riferito dallo stesso ministro, appare particolarmente seria con oltre 2,5 milioni stimati di persone tossicodipendenti. Anche i Paesi Arabi del mediterraneo sono in difficoltà per la diffusione di questo fenomeno fino a oggi quasi sconosciuto e in particolare ha richiesto all'Italia una collaborazione per poter organizzare e impostare interventi e piani nazionali efficaci e moderni.


Il DPA è impegnato da ormai quattro anni a questa parte nel sostenere la rete Mednet del Consiglio d'Europa (Gruppo Pompidou) per sviluppare programmi di supporto e di riorganizzazione territoriale e formazione in: Algeria, Tunisia, Marocco, Egitto Giordania e Libano. Tutte queste iniziative insieme con le altre che sta sviluppando il DPA si realizzano grazie al Consiglio d'Europa e ai finanziamenti che mette a disposizione il DPA.


Inoltre grazie all'expertise italiana e in particolare alle attività di recupero della comunità di San Patrignano, in collaborazione con le Nazioni Unite e il DPA, lo stato del QATAR sta attivando la predisposizione di un Piano di Azione Nazionale per la costruzione d'interventi e strutture che si occupino di prevenzione, cura e riabilitazione in modi integrato e innovativo, anche attraverso la realizzazione di un centro specializzato nel recupero e riabilitazione di tossicodipendenti ispirato al modello di San Patrignano. L'iniziativa, presentata proprio nei giorni scorsi a Doha dai tecnici della comunità è parte di un più ampio accordo con il governo del Qatar il cui obiettivo e' sviluppare la cooperazione internazionale al fine di soddisfare una precisa domanda proveniente da questi paesi e offrendo loro il know-how della cura, del recupero e della prevenzione delle tossicodipendenze.


Patrick Penninckx, Segretario esecutivo del Gruppo Pompidou, intervenendo alla tavola rotonda ha così dichiarato: "L'Italia è il partner principale del Gruppo Pompidou nel promuovere politiche coerenti sulle droghe nel sud del Mediterraneo per la creazione di Osservatori nazionali antidroga Dopo la rivoluzione, l'Egitto sta cercando il suo modo di combattere un problema crescente di droga e di tossicodipendenza".


"In questi ultimi anni il nostro Paese - ha dichiarato Giovanni Serpelloni, capo del DPA - sta suscitando molto interesse con i vari modelli esistenti di trattamento, cura e riabilitazione dei tossicodipendenti anche nei Paesi Arabi dove l'emergenza delle droghe purtroppo è sempre più crescente. Il DPA è particolarmente disponibile e contento di instaurare sempre più strette forme di collaborazione in particolare con questi paesi che spesso subiscono anche i pesanti danni del transito e del traffico delle droghe provenienti dall'Africa centrale verso i paesi europei che lasciano inevitabilmente una scia di tossicodipendenze. Creare piani di azione coordinati in ambito sociosanitario oltre che del contrasto, per prevenire e gestire al meglio queste conseguenze, aprirà la porta anche ai competenti uffici (quale per esempio la DCSA e l'Interpol) per migliorare altri tipi di collaborazioni in ambito del controllo del traffico degli stupefacenti, ma anche in ambiti socioeconomici. Consideriamo anche molto importanti e interessanti i rapporti che abbiamo attivato con lo stato di Israele con il quale si stanno predisponendo analoghi accordi di collaborazione anche in ambito tecnico scientifico, sulla base d'intenti comuni e di progetti specifici soprattutto per quanto riguarda la prevenzione e il trattamento delle dipendenze. Siamo convinti - ha concluso Serpelloni - che solo attraverso le cooperazioni internazionali di questo livello, saremo in grado di fare realmente fronte comune nella prevenzione, lotta e recupero dalle tossicodipendenze a livello globale, con un approccio "super partes" e senza frontiere che mai come in questo momento sta unendo i popoli di tutto il mondo in una visione coordinata e sostenibile di risposta bilanciata ed efficace alla diffusione e contro l'uso di tutte le droghe".


(Articolo pubblicato dal CUFRAD sul sito www.alcolnews.it)