338-1938888 o 331-2460501/2/3 o 0172-55294[email protected]

News di Alcologia

Emilia Romagna: indagine sul gioco d'azzardo patologico

cufrad news alcologia gioco d'azzardo patologico


Slot machine, gratta e vinci, lotterie: la nuova malattia degli emiliani
Nel 2011 sono stati spesi in regione oltre 6 miliardi di euro. Fra i giocatori più incalliti cassintegrati, precari e disoccupati
di ROSARIO DI RAIMONDO

Dalle slot machine alle scommesse sportive, dal lotto al poker on line. Sono oltre 6 miliardi di euro i soldi spesi nel 2011, secondo i dati dei Monopoli di Stato, dagli emiliano-romagnoli nel gioco d'azzardo. 1.709 euro ciascuno, quarti in Italia dietro Lombardia, Lazio e Campania.

La febbre del gioco colpisce soprattutto i ceti più bassi e si diffonde sempre più anche fra i giovani. Oggi si vuole riconoscere il gioco d'azzardo come una malattia, e in questo senso si sono già espressi il ministro della Salute Renato Balduzzi e quello della cooperazione Andrea Riccardi, oltre al Pd, che ha presentato da poco un progetto di legge. Due giocatori su 100, 800mila in tutta Italia, soffrono di ludopatia, ovvero di Gioco d'azzardo patologico (Gap). A marzo Matteo Iorio, presidente del "Centro sociale Papa Giovanni XXIII" di Reggio Emilia, è stato invitato due volte in Parlamento, a presentare una relazione sul Gap, lui che nel 2000 aprì il pri¬mo gruppo per dipendenti da gioco in regione, e con la sua associazione ha ideato in EmiliaRomagna la prima sperimentazione residenziale per giocatori patologici (Pluto).

Chi gioca. Come ha sottolineato di recente la Corte dei Conti, il gioco d'azzardo "colpisce soprattutto le fasce sociali più deboli". L'Emilia vede in testa i cassintegrati (86%), i lavoratori saltuari o precari (80%), i disoccupati (73%). La maggior parte dei giocatori ha una scolarizzazione medio bassa, 8 su 10 hanno una licenza media contro il 70% dei diplomati e il 61% dei laureati. Ma il fenomeno è trasversale, e colpisce anche professionisti, impiegati, bancari, insegnanti, uomini e donne. Così come varie sono le fasce d'età coinvolte, dai trentenni ai pensionati. E spesso, sono le famiglie dei giocatori a pagare il prezzo più alto, non solo economico.

A cosa si gioca. In Emilia- Romagna, come nel resto d'Italia, le slot machine sono le vere padrone dell'azzardo, con una spesa di 4 miliardi di euro nel 2011. Al secondo posto, con 750 milioni, le lotterie. Poi i giochi online come il poker, le scommesse sportive e le tantissime tipologie di "gratta e vinci". Ma "vincere facile" è un miraggio, anche se "tutti i messaggi promozionali dei giochi sono tesi a far credere che la vincita sia a portata di mano", scrive Matteo Iorio nella sua relazione.

Gli aiuti oggi. Con i fondi attuali, seguire i giocatori patologici è difficile. L'Ausl di Bologna, attraverso il Ser.T, aiuta 25 persone, con una equipe composta da psicologo, medico, infermiere e operatore sociale. Poi ci sono le associazioni di "Auto-Aiuto", dai Giocatori anonimi agli "Amici dei giocatori". Il Centro sociale Giovanni XXIII di Reggio Emilia, dal 2000 è stato contattato da 1028 giocatori patologici. 618 persone sono state inserite in trattamenti di gruppo o individuali. "Pluto" è stato il primo progetto residenziale in Emilia-Romagna, per curare chi è affetto dal Gioco d'azzardo patologico.

Il progetto di legge. La richiesta fatta da più parti è quella di considerare la ludopatia una malattia, e inserirla nei Livelli essenziali di assistenza (quindi all'interno delle patologie seguite dal servizio sanitario nazionale), per dare assistenza gratuita ai giocatori. "Limitarsi a far pagare le tasse - tra l'altro irrisorie - sui guadagni delle società che si arricchiscono su un fenomeno legale ma che nasconde spesso vere e proprie patologie non è giusto. Il gioco d'azzardo danneggia la vita di tante persone", dice Teresa Marzocchi, assessore alle Politiche sociali dell'EmiliaRomagna.

(Articolo pubblicato dal CUFRAD sul sito www.alcolnews.it)