Esposizione prenatale all'alcol e compromissioni cerebrali
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Esposizione prenatale all'alcol e compromissioni cerebrali
Franco Alessandrini, Giada Zoccatelli, Giovanni Serpelloni
L'esposizione prenatale all'alcol può causare numerosi e selettivi danni al cervello, in particolar modo se l'esposizione avviene su un cervello in via di sviluppo. La ricerca scientifica ha investigato con diverse metodologie i cambiamenti dei segnali neurofisiologici associati alle diverse funzioni cerebrali in soggetti esposti all'alcol durante la gestazione. Le tecniche più utilizzate sono l'elettroencefalogramma (EEG), la tomografia ad emissioni di positroni (PET), la tomografia computerizzata a emissione di singolo fotone (SPECT) e la risonanza magnetica funzionale (fMRI). È possibile diagnosticare in questi individui una vera e propria sindrome da esposizione prenatale all'alcol, dall'inglese "fetal alcohol syndrome" (FAS) o altri disordini da esposizione prenatale all'alcol, "fetal exposed spectrum disorders" (FASD).
Una revisione scientifica sul tema dell'esposizione prenatale all'alcol è stata da poco pubblicata da alcuni ricercatori dell'università della California (Lebel C., 2011) al fine di dimostrare quali anomalie cerebrali manifestassero i soggetti che sono stati esposti all'alcol prima della nascita. Le ricerche considerate dagli studiosi hanno tutte utilizzato l'imaging di risonanza magnetica (MRI) per analizzare la struttura di diverse aree cerebrali. In particolare, sono emerse delle anomalie o malformazioni strutturali che includono una riduzione del volume totale del corpo calloso (CC). Il corpo calloso è una struttura cerebrale mediana, costituita da una lamina di sostanza bianca che connette tra loro i due emisferi cerebrali, ossia un canale attraverso il quale le informazioni vengono trasmesse da un emisfero all'altro. Il CC ha un ruolo importante nella coordinazione di varie funzioni, come quelle motorie bimanuali, l'attenzione sostenuta, la visione, e la memoria di lavoro visuo-spaziale (Devinsky O., 2004).
Nell'esposizione alcolica prenatale un incompleto o ridotto sviluppo del CC (ipoplasia) è stato osservato con una certa frequenza (Autti-Ramo I., 2002; Sowell ER, 2001; Riley EP, 1995). Una ricerca condotta a San Diego ha riscontrato che le porzioni anteriore e posteriore del CC risultano significativamente ridotte nel gruppo con storia di esposizione prenatale all'alcol (Riley EP, 1995). Bookstein FL. (2002), utilizzando la tecnica analitica basata sulla morfologia è riuscito a classificare correttamente 100 individui esposti su 117 (85%) (Bookstein FL., 2003). L'analisi morfometrica del corpo calloso può dunque offrire un valido contributo all'identificazione dei soggetti con esposizione alcolica prenatale. Diverse ricerche hanno mostrato mediante tecniche avanzate di RM le modifiche di forma, spessore e dislocamenti di molte regioni cerebrali in soggetti esposti all'alcol. Uno studio di Sowell ER. (2008) ha mostrato la presenza di dismorfismi cerebrali in soggetti FASD, specificatamente localizzati a livello della corteccia parietale e temporale posteriore.
L'analisi dello spessore corticale nei soggetti esaminati, ha fatto rilevare un aumentato spessore della corteccia nelle regioni frontali destre. Questo dato risulta correlato con le anomalie riscontrate negli stessi soggetti con FASD alle prove di abilità verbale, evidenziando
così una relazione tra l'alterazione cerebrale frontale e le performance cognitivo-comportamentali (Figura 1). Gli effetti teratogenici dell'alcol sembrano influenzare diverse zone del cervello, in modo ampio e distribuito all'intera superficie encefalica. Le uniche regioni che sembrano essere risparmiate dall'effetto neurotossico della sostanza sembrano essere i lobi occipitali. Recenti studi (Coles CD., 2011) hanno esaminato il collegamento tra deficit cognitivi e anomalie cerebrali in soggetti esposti all'alcol durante la gestazione riportando dati importanti sulla relazione tra la severità del danno cerebrale e la presenza di dismorfismi facciali in base all'entità dell'esposizione prenatale. Sono necessari studi in futuro in grado di esplorare le relazioni tra struttura cerebrale, misure cognitive, dismorfismo,
età e altre variabili che possono essere considerate per meglio comprendere i vasti effetti dell'esposizione prenatale all'alcol, in una politica della prevenzione il cui obiettivo finale sia arrivare a interventi sempre più precoci ed efficaci.
Tratto da: "Neuroscienze delle dipendenze: il Neuroimaging"
Il testo dell'articolo completo: http://iport.dronet.org/com/filedownloadlink/allegatoA.php?key=708&lingua=1
(Articolo pubblicato dal CUFRAD sul sito www.alcolnews.it)