Esposti alle minacce sotto effetto dell'alcol
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Bevendo, gli appositi circuiti cerebrali non sono più in grado di distinguere gli stimoli sociali minacciosi da quelli non minacciosi.
Una nuova ricerca di imaging cerebrale pubblicata sulla rivista "Journal of Neuroscience" mostra come dopo il consumo di alcol, i cosiddetti bevitori sociali abbiano una diminuita sensibilità nelle regioni del cervello coinvolte nella rivelazione delle minacce, mentre l'attività risulta aumentata nelle regioni cerebrali coinvolte nei meccanismi di ricompensa.
"La chiave di questo studio è che dopo l'esposizione all'alcol, i circuiti cerebrali che abbiamo studiato non sono più in grado di distinguere gli stimoli sociali minacciosi da quelli non minacciosi", ha spiegato Marina Wolf, della Rosalind Franklin University of Medicine and Science. "Da un certo punto di vista, un minore livello di ansia ci permette di approcciare una persona sconosciuta a una festa, ma allo stesso tempo non consente di evitare un'argomentazione o una lotta". Per verificare l'effetto dell'alcol in queste particolari competenze cerebrali, i ricercatori dei National Institutes on Alcohol Abuse and Alcoholism hanno utilizzato una decina di volontari, tutti bevitori sociali, che sono stati sottoposti a scansioni con risonanza magnetica funzionale (FMRI).
Nel corso dei test, veniva loro somministrata per via endovenosa una certa quantità di alcol o di soluzione salina, mentre su un monitor apparivano espressioni facciali spaventose (precedenti studi avevano mostrato quali siano le specifiche aree del cervello attivate da simili visioni).
Dal confronto fra il gruppo di trattamento e il gruppo di controllo, Gilman e colleghi hanno riscontrato che nel gruppo che aveva ricevuto il placebo vi era una maggiore attivazione in corrispondenza dell'amigdala, dell'insula e del giro paraippocampale, coinvolte nella paura e nei meccanismo di esitamento, così come nel sistema visivo del cervello.
Per contro, tali regioni non subivano aumenti di attività nel gruppo a cui era stato effettivamente somministrato l'alcol. L'alcol attivava le aree striatali, importanti nei meccanismi di ricompensa, a conferma di precedenti studi che hanno individuato nell'attivazione di queste regioni un fattore comune di tutti i comportamenti abusanti.