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Etichette sugli alcolici: il punto di vista del direttore generale di Federvini

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LE ASSOCIAZIONI DEI CONSUMATORI CHIEDONO ETICHETTA COME QUELLA DEGLI ALIMENTI PER ALCOLICI ... CAGIANO, DG FEDERVINI, SPIEGA: "PER GLI  ALCOLICI ESISTONO GIÀ ALTRI REGOLAMENTI COMUNITARI. CORRETTA LA DECISIONE UE DI RINVIARE A SUCCESSIVA NORMATIVA"
Le bevande alcoliche finiscono nel mirino delle associazioni dei consumatori (da Federconsumatori a Altroconsumo, da Codacons a Assoutenti).

Il nodo cruciale è la nuova etichetta per gli alimenti approvata dal Parlamento Europeo, che non prevede l'obbligo per questo settore. Le

bevande alcoliche, dunque, sono esenti dall'indicare l'origine dei prodotti e gli ingredienti. Alle osservazioni delle associazioni dei

consumatori replica il direttore generale di Federvini, Ottavio Cagiano de Azevedo: "occorre avere ben chiaro - spiega - che il regolamento

si applica a tutti prodotti alimentari e alle bevande, alcoliche comprese, salvo per taluni aspetti, a quei prodotti che abbiano regole

specifiche più dettagliate: in questo ambito rientrano i vini, i vini aromatizzati e altre bevande a base di vino, le bevande spiritose,

tanto per citare alcune famiglie di prodotti rappresentati da Federvini".
"Poiché per questi prodotti già esistono altri regolamenti comunitari - spiega Cagiano - e non esistono altri settori alimentari così

incisivamente regolamentati in sede europea, che fissano le regole di composizione e presentazione, le istituzioni comunitarie hanno

concordato di rinviare ad una successiva normativa il compito di fissare le regole per l'indicazione degli ingredienti e dei valori

nutrizionali".
Per il direttore generale di Federvini, si tratta di "una procedura che riteniamo corretta per evitare che sorgano delle contraddizioni tra

normative europee, creando confusione al consumatore e forte disagio agli operatori". L'indicazione degli ingredienti in etichetta, inoltre,

non è in conflitto con il segreto industriale: "basti pensare che in Italia l'indicazione degli ingredienti sui liquori, gli amari, i vini

aromatizzati etc, è obbligatoria dal 1982. E' certamente compatibile l'informazione del consumatore con la riservatezza della formula".
Tuttavia, aggiunge il direttore generale di Federvini, "è necessario e opportuno che ci sia un quadro normativo specifico anche su questo

punto, visto che il nostro settore ha già un importante corpo normativo su tantissimi altri aspetti. E non dimentichiamoci che moltissime

bevande hanno la loro natura e composizione già descritta nella denominazione (ad esempio: l'acquavite di vino, il liquore di frutta ...)".
Quanto alla richiesta di alcune associazioni dei consumatori di apporre, su tutte le confezioni, idonee segnalazioni sui rischi dell'alcol,

Cagiano si mostra un po' scettico. "Le istituzioni europee ed internazionali, come l'Organizzazione Mondiale della Sanità - spiega - si sono

interrogate più volte sulla validità di inserire messaggi di questo genere e si stanno anche domandando se queste indicazioni, inserite sui

pacchetti di sigarette, abbiano sortito l'effetto auspicato". In Italia, poi, sottolinea il direttore generale di Federvini, "i consumatori

sono attenti alla qualità più che alla quantità e questo significa che è molto radicata una cultura del bere bene. Laddove questo

comportamento naturale non è seguito, pensiamo ai giovani in particolare, tutti gli esperti sottolineano l'esigenza di forti politiche

informative ed educative: scritte o simboli - conclude - sembrano contribuire molto poco in questa direzione".


(Articolo pubblicato dal CUFRAD sul sito www.alcolnews.it)