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Etichette sulle bottiglie degli alcolici: la risposta di Winews alla proposta di Codacons

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AVVERTENZA SUL "TERRORISMO" DEL MANGIARE E BERE: NUOCE GRAVEMENTE ALLA CONSAPEVOLEZZA. LA CODACONS PROPONE, SULLE ETICHETTE DI VINI E ALCOLICI, DICITURE SIMILI A QUELLE PRESENTI SUI PACCHETTI DI SIGARETTE. UNA SOLUZIONE CHE LASCIA MOLTI DUBBI
C'era una volta il proibizionismo, mitica ricetta per salvare dagli eccessi. Gli "integralisti" della salute la osannavano,

ma non funzionò. Perché il divieto non spiega, non informa. Il divieto è muto. Ciò che serve è diffondere la cultura e cioè -

appunto - informare, rendere ogni uomo cosciente ed ogni sua scelta consapevole. Un processo lungo e faticoso.
Ma gli "integralisti" non hanno mai mollato e si sono evoluti con una nuova strategia, quella del "terrorismo". Chissà se c'

entra, con tutto questo, la proposta del Codacons che, per voce del segretario nazionale, Francesco Tanasi, chiede di apporre

a vini, birra ed alcolici, "etichette simili a quelle in vigore sui pacchetti di sigarette allo scopo di favorire un consumo

sano e responsabile. Una corretta etichettatura dei prodotti alimentari è essenziale per garantire non solo la qualità degli

stessi, ma anche una scelta consapevole da parte dei consumatori. L'etichettatura delle bevande alcoliche è però certamente

tra gli aspetti più problematici della legislazione alimentare. I consumatori - prosegue Tanasi - necessitano di informazioni

chiare circa il contenuto di alcol, i rischi per la salute che derivano dal consumo di bevande alcoliche, e gli effetti

collaterali. Proprio pochi giorni fa sono stati pubblicati i dati Istat secondo cui 9 milioni di italiani (il 16,1% del

totale) hanno comportamenti a rischio nel consumo di alcol, mentre il 13,6% dei ragazzi tra gli 11 e i 15 anni (392.000

persone) già beve alcolici". Vero, ma serve un esame più attento. Ad esempio, l'Istat ha preso in esame anche chi ha bevuto

un solo bicchiere di alcolici in un anno. Questo è da considerare un soggetto a rischio? Ancora: bere un bicchiere di vino

durante il pasto è come berne uno di superalcolici a stomaco vuoto? È giusto accomunare un alimento (vino) con un distillato,

due prodotti che sottostanno a concezioni culturali completamente diverse? E la Codacons va oltre, chiedendo "provvedimenti

urgenti volti a far indicare obbligatoriamente nelle etichette delle bevande alcoliche le avvertenze relative alla

pericolosità per la salute, le prescrizioni relative agli ingredienti di tali prodotti e le informazioni sui loro effetti

dannosi, per consentire al consumatore di bere in modo responsabile". Qui si rischia di cadere nell'equivoco. Perché posso

bere in modo responsabile se ho la conoscenza, cioè se ricevo le corrette informazioni, tra le quali non rientra dire che l'

alcol "tout court" è pericoloso per la salute. Dal momento che studi scientifici hanno dimostrato che una corretta assunzione

di vino non fa male, bisognerebbe dire che a far male è l'eccesso, il consumo scorretto. Bisognerebbe educare alla cultura

alimentare, per giungere all'approccio consapevole con cibi e bevande. Non bisognerebbe fare del terrorismo.