Etilometro obbligatorio nei locali, scettici gli esercenti comaschi
Etilometro obbligatorio nei locali, scettici gli esercenti comaschi
«I clienti lo prendono come se fosse un gioco»
Ancora due settimane e poi, nella maggior parte dei locali cittadini, i clienti comaschi potranno trovare un apparecchio per
misurare il tasso di alcol presente nel loro sangue.
È quanto prevede il nuovo Codice della Strada emanato la scorsa estate: entro il 13 novembre, in tutti gli esercizi che
restano aperti oltre le 24 e che somministrano bevande alcoliche dovrà essere installato un etilometro per consentire, a chi
lo vorrà, di misurare il proprio tasso alcolemico prima di mettersi alla guida.
«Certamente non è così che si risolve il problema dell'abuso di alcol - commenta Guido Capizzi della Federazione dei Pubblici
Esercizi (Fipe) di Como - ma rispetto alle previsioni iniziali, quando si temeva che ci volesse addirittura una persona
addetta al marchingegno, il nuovo Codice non ha comportato un costo aggiuntivo per gli esercenti, né l'aggiunta di incombenze
che non fanno parte delle loro competenze, visto che non sono carabinieri o poliziotti».
Entro metà novembre, quindi, il macchinario per la misurazione del tasso alcolemico dovrà fare la sua comparsa in tutti i
locali cittadini che vendono bevande alcoliche e che chiudono dopo la mezzanotte: bar, ristoranti, pizzerie, pub.
«Seppure per un giorno, visto che soltanto di sabato chiudiamo all'una di notte, toccherà anche a noi seguire queste nuove
disposizioni e so che il nostro ufficio commerciale se ne sta occupando - dice Fabio Tettamanti del ristorante e pizzeria Il
Pinzimonio - Sinceramente è un provvedimento che mi trova d'accordo, anche se ormai le gente beve molto meno di un tempo. Un
esempio: sono pochi quelli che ancora chiedono l'amaro dopo cena».
Un'autocensura da parte di chi è stato designato come autista della serata, che però non è bastata ad evitare i molti
incidenti sulle strade causati dalla guida in stato di ebbrezza. Per questo, entro novembre, i locali dovranno adeguarsi e
contribuire a quella che si potrebbe definire una "guerra preventiva" ai guidatori ubriachi. Tra i previdenti c'è Alessandro
Lucchese, titolare del bar Q2 di via Indipendenza: nel suo locale i clienti possono misurare il loro tasso alcolemico
addirittura da 6 mesi.
«Mi sono portato avanti, sapevo che prima o poi sarebbe diventato obbligatorio ma lo trovo inutile. Anche in caso di clienti
ubriachi, nessuno di noi può intervenire per evitare che si mettano alla guida - dice il giovane titolare che, a proposito
dell'investimento economico per acquistare il suo etilometro elettronico, precisa - il valore di mercato oscilla tra i 500 e
i 600 euro, ma fortunatamente non ho dovuto buttare via soldi, l'ho avuto in comodato d'uso gratuito. Chi vuole fare il test,
inserisce 1 euro nella macchinetta e io restituisco l'85% del ricavato alla ditta produttrice. In media, facciamo circa cento
test al mese».
Un modo come un altro per divertirsi in compagnia, insomma, come confermano anche altri due esercenti cittadini dove l'alcol
-test è già una realtà. «Finora abbiamo avuto una media di dieci test alla settimana, ma si vede che è soltanto gente che ha
voglia di scherzare - dice Lucio Giuliani, titolare del ristorante La Funicolare e del vicino Bar Giuliani, dove da due mesi
si può effettuare l'alcol-test - Sinceramente non capisco a cosa serva questo obbligo, visto che la gente lo prende come un
gioco e non come una cosa seria. Anche perché, secondo la mia esperienza, negli ultimi anni il consumo di alcol è diminuito.
Al ristorante, per esempio, se prima bevevano una bottiglia di vino ora ordinano soltanto un bicchiere». «È un'imposizione perfettamente inutile - aggiunge Anna Ricciardi del Colonial Cafè che, nel suo locale, ha installato da un
mese una versione manuale dell'etilometro, con boccagli monouso da 50 centesimi l'uno - la mia critica non è di natura
economica, visto che ho speso solo 70 euro, ma nasce dal fatto che finora nessuno, e dico nessuno, mi ha chiesto di fare il
test, nonostante la macchina sia in bella vista».
Alessandra D'Angiò