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News di Alcologia

Eurisko: indagine sul consumo di alcolici nei giovani e sulla percezione del rischio

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Nella fascia di età tra i 18 e i 24 anni, 1 persona su 5 dichiara di mettersi abitualmente alla guida dopo aver bevuto

troppo, senza temere i controlli della Forze dell'Ordine. E' quanto emerge da una recente ricerca Eurisko che ci racconta di

molti giovani che mettono a rischio la propria vita e non solo.
Si tratta di spavalderia? Mancata percezione del rischio? Carenza di informazioni? Dipendenza e perdita momentanea della

capacità di giudizio? Probabilmente c'è anche dell'altro. Quando si parla di morti e feriti si pensa sempre che debba

accadere solo agli altri, soprattutto lo pensano i neopatentati. La gioia e la libertà della patente soffocano la percezione

del rischio che resta un rischio solo "degli altri".
Spavalderia
<<Guidare ubriaco? E che problema c'è? Io lo reggo bene l'alcol>> Queste sono parole ricorrenti, dette esplicitamente o tra

le righe. Pare che un po' tutti i bevitori abituali (giovani e anziani) facciano affidamento sull'essere esperti in materia.

Reggere l'alcol però non ci rende più affidabili, aumenta solo la velocità in cui viene smaltito. Ciò significa che si

metabolizza in minor tempo la stessa quantità di alcol, ma non necessariamente che si è più vigili dopo averlo bevuto. Il

"minor tempo" è solo una frazione, per esempio 6 ore anziché 8; certamente non un'ora al posto di 10.
Dipendenza e capacità di giudizio
Le persone che bevono quando escono a divertirsi non lo sanno, ma alcuni di loro sono dipendenti dall'alcool. Non si tratta

propriamente di "alcolizzati", ma di individui che hanno sviluppato comunque una certa dipendenza nei confronti degli effetti

delle bevande alcoliche.
Succede quindi che si esca con la chiara e consapevole intenzione di non bere, perché si deve guidare. Poi però non si è

capaci di "resistere" e si infrange la promessa fatta a se stessi (o ai genitori). I motivi sono i più svariati, primo fra

tutti il bisogno di spegnere il cervello per far parte della folla di altri ragazzi che appaiono tutti felici e spensierati.

Al secondo posto, la necessità di perdere un po' di inibizione per avvicinarsi alla "lei" o al "lui" che si è conosciuto o si

vuole conoscere.
Dalla dipendenza si passa alla perdita di capacità di giudizio. Dopo aver bevuto si trasgredisce anche al buon senso. Se

prima di iniziare a bere l'imperativo era "bevo, ma poi non guido", dopo aver bevuto non ci si fa più scrupolo a guidare in

stato d'ebbrezza. È "normale", sono gli effetti dell'alcol. È quantomeno impressionante che adulti studiosi non abbiano mai

pensato a questa fase, che è la più importante del ciclo "bere - morire".
Mancata percezione del rischio
E non stiamo parlando di "rischio di farsi del male", non solo. La mancata percezione del rischio per la vita è figlia

diretta della perdita di capacità di giudizio (di cui sopra). L'altro pericolo, di cui non si avverte esattamente la gravità,

è quello di perdere la patente e il lavoro. Perché non ci pensano? Forse, - ripeto: forse - è perché non gliene importa

nulla. Certamente non a tutti i giovani indistintamente - sia chiaro - ma una gran parte dei bevitori irresponsabili, di età

compresa tra 18 e 24 anni (dati istat), non lavora e non ha bisogno di lavorare. Molti di loro studiano (e/o sono "figli di

papà) e l'eventuale ritiro della patente non influirebbe poi così tanto sul loro tenore di vita. La multa, poi, la pagano i

genitori. "Se mi ritirano la patente mi faccio portare in giro", certo, se non capita nulla fino a che guidi tu...
In questi casi la punizione prevista dalla legge, per prevenire le stragi, è totalmente inutile.
Non sono tutti irresponsabili
Fortunatamente dalla ricerca Eurisko emergono anche dati confortanti. Significativo è che il 37% di giovani ha introdotto

regolarmente la pratica del guidatore designato tra le proprie abitudini. Dopo aver partecipato a una tappa del tour

"Divertiti responsabilmente", il 93% degli intervistati riconosce che tale soluzione sia la più efficace per evitare i rischi

derivanti dalla guida in stato di ebbrezza. Tra i vari aspetti presentati, colpisce il fatto che siano gli stessi ragazzi a

chiedere nuovi sforzi di sensibilizzazione da parte delle istituzioni (91%) e ad auspicare maggiori controlli sulle strade

(82%).