Eurispes-Telefono Azzurro: adolescenti disincantati e tecnologici
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È una "generazione provvisoria" che vive un periodo complesso, una "generazione tecnologica" che ha davanti le possibilità offerte dalle tecnologie ma anche un cambiamento generale che vede spesso i ragazzi cercare di cavarsela da soli. I problemi non mancano: il bullismo, il cyberbullismo, le droghe e l'alcol, e sullo sfondo l'incertezza del futuro. È una miniera di dati quella contenuta nel 10° Rapporto Nazionale sulla Condizione dell'Infanzia e dell'Adolescenza, realizzato da Eurispes e Telefono Azzurro e presentato oggi in occasione del ventennale della Convenzione ONU sui diritti dell'infanzia. "Intendiamo contribuire a far crescere nel paese la cultura dell'infanzia", ha detto il presidente di Telefono Azzurro Ernesto Caffo, ricordando tutti i temi che vanno affrontati, non solo a livello nazionale, per la difesa dell'infanzia: maltrattamenti e abusi, sfruttamento sessuale, scomparsa (nel 2008 sono stati 1330 i minori per i quali sono state attivate segnalazioni di ricerca), minori stranieri non accompagnati. "Bambini e adolescenti - ha detto Caffo - hanno in comune il bisogno di avere sicurezza", e ha aggiunto che "nel nostro paese c'è l'assenza di politiche per l'infanzia mature e condivise. Manca una chiara volontà di dare risposte concrete".
"Saranno gli uomini del domani - ha detto il Gian Maria Fara, presidente dell'Eurispes -, eppure i bambini e gli adolescenti di oggi appartengono sempre più ad una "generazione provvisoria", che se da una parte sente l'instabilità del presente "velocizzato" dall'avvento e dalla diffusione delle nuove tecnologie tanto da poter parlare di un "presente già futuro", dall'altra si trova spesso priva di punti di riferimento e di modelli che ne orientino la crescita e ne sviluppino le potenzialità. I contorni del futuro per i giovani sono resi ancora più incerti e sfocati dalla crisi dei valori del mondo adulto, in una situazione di mutamenti radicali del mondo del lavoro e nell'incertezza dell'economia globalizzata". E dunque anche le tecnologie multimediali non sempre diventano davvero risorsa da sfruttare al meglio, continua Fara: "Aggrappati tenacemente alla preponderanza dei messaggi veicolati dai mezzi di comunicazione e dalla pubblicità, essi troppo spesso si adeguano al modello che fa della perfezione dell'immagine un bene da raggiungere a tutti i costi. I ragazzi italiani non aspirano quasi mai a diventare eroi, ma al massimo a diventare famosi. Nello stesso tempo desta preoccupazione il progressivo allontanamento dei giovani dalla politica prima ancora che ne conoscano le dinamiche più elementari, prima che abbiano tempo di elaborare uno spirito di partecipazione civile ed orientamenti definiti".
La ricerca ha tracciato un "identikit dell'adolescente" raccogliendo gli orientamenti dei ragazzi dai 12 ai 19 anni. Sono disincantati, tecnologici, mai senza cellulare, sette su dieci con un profilo su Facebook. Il desiderio più grande è quello di trovare un lavoro soddisfacente (96,6%) e stabile (94%). Solo il 54,9% esprime il desiderio di laurearsi, e vi è una buona percentuale di indecisi (28,6%). Ma per i giovani si tratta di una strada in salita: il 33,6% degli adolescenti ritiene "molto difficile" laurearsi e il 58,7% pensa che lo sia "abbastanza".
Hanno idoli? "Per la maggior parte (38,8%) gli adolescenti dichiarano di non voler assomigliare a nessuno in particolare - rileva la ricerca - Tuttavia, tra i personaggi proposti, l'8,4% vorrebbe assomigliare a Barack Obama, il 5,3% a Valentino Rossi, il 4,9% a Belen Rodriguez, il 3,8% alla scrittrice K.K.Rowling, il 3,7% a Luciana Littizzetto, il 3,4% a Paris Hilton, il 3,2% al premio Nobel Rita Levi Montalcini; il 3% vorrebbe assomigliare allo showman Fiorello; il 2% a Fabrizio Corona e solo l'1,9% a Roberto Saviano".
Sono adolescenti ma già disincantati. "I ragazzi italiani rivelano una certa disillusione riguardo alla necessità di osservare la legge, alla convinzione che le Istituzioni e le Forze dell'ordine siano al servizio dei cittadini, alla possibilità di riuscire a sconfiggere le organizzazioni criminali e all'equità della legge. Il 37,6% è "molto d'accordo" sul fatto che la legge vada rispettata sempre e comunque; la maggior parte dei ragazzi si dice, invece, "abbastanza" (49,6%) o "poco" d'accordo (10,5%). Solo il 10,4% si dichiara "molto d'accordo" sul fatto che lo Stato italiano tuteli i cittadini, il 36,9% dice di essere "abbastanza d'accordo" e ben il 40,3% "poco d'accordo", seguito da quanti non lo sono "per niente" (11,4%)". Meno della metà crede pienamente che la legge sia uguale per tutti (40,3%), ben il 22,6% non ci crede "per niente", il 19,3% ci crede "poco" e il 17,3% "abbastanza".