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European Centre for Disease Prevention and Control: considerazioni sul consumo di antibiotici

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In Italia si consumano troppi antibiotici

Un po' di febbre, un lieve mal di gola, o un mal di denti, qual è la prima cosa che facciamo? Prendiamo un antibiotico e senza nemmeno

consultare il medico.
Il pericolo di questi comportamenti è quello di ritrovarci tra un anno senza gli strumenti per combattere le infezioni, a causa dei batteri

che hanno la capacità di modificarsi imparando a resistere all'attacco dei farmaci.
In Italia si consumano troppi antibiotici. Per alcune molecole si sono registrati picchi di aumento del 400% come è evidenziato nei dati e

nella relazione del Direttore Generale dell'Agenzia Italiana del Farmaco Guido Rasi e l'impiego non corretto emerso dal sondaggio "Gli

italiani e gli antibiotici" presentato dal presidente dell'Istituto Superiore di Sanità Enrico Garaci.
Dalla relazione è emerso che gli antibiotici sono al terzo posto come spesa nella classifica dei farmaci dispensati a carico del Servizio

sanitario nazionale e al quinto se si considerano gli acquisti fatti direttamente dai cittadini.
Questo errore spesso nasce dalla leggenda popolare che attribuisce all'antibiotico una sorta di potere curativo magico che fa sparire le

infezioni, una panacea per ogni male, senza invece sapere che gli antibiotici agiscono solo contro i batteri e non contro i virus che sono

invece la causa principale di raffreddori e febbre.
L'European Centre for Disease Prevention and Control ha reso noto che quello della resistenza agli antibiotici è una delle più serie e

difficili sfide per la salute pubblica che vedono impegnate l'Europa.
Giovedì 17 novembre, la Commissione europea ha pubblicato un piano d'azione che dovrebbe aiutare a contrastare l'emergenza delle infezioni resistenti agli antibiotici, gli unici farmaci che ci permettono di sopravvivere a malattie che fino a un secolo fa massacravano interi

continenti.
I dati italiani sono decisamente preoccupanti. Dal 15 al 50% delle infezioni da Klebsellia pneumoniae - una delle principali cause della

polmonite - è resistente al carbapenem, l'antibiotico "ultima spiaggia", e quindi praticamente incurabile.
Cosa fare? Sicuramente programmi di educazione pubblica come l' e-Bug per educare bambini e genitori a conoscere i batteri e all'utilizzo

responsabile di antibiotici e imparare a scoprire le terapie alternative per far ridurre la dipendenza da antibiotici.
E se avete un raffreddore o la tosse lasciate stare gli antibiotici, meglio una tazza di latte caldo con un cucchiaino di miele.
Febbre? Prima di ricorrere ai farmaci, bevete un brodo di pollo, conosciuto anticamente come cura efficace per le infezioni delle vie

respiratorie, che bevuto caldo sembra possedere una sostanza che aiuta anche a fluidificare il muco nasale. E' ricco di proteine, ed è un

valido antinfiammatorio che rinforza la membrana cellulare e il sistema immunitario.

 


(Articolo pubblicato dal CUFRAD sul sito www.alcolnews.it)