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European College of Neuropsychopharmacology: le persone che sviluppano una dipendenza dal gioco tendono ed essere meno euforiche

European College of Neuropsychopharmacology: le persone che sviluppano una dipendenza dal gioco tendono ed essere meno euforiche

 

GIOCO D’AZZARDO: COSA ACCADE NEL CERVELLO?

 

Le persone che sviluppano una dipendenza dal gioco tendono ed essere meno euforiche.

 

I giocatori d’azzardo hanno problemi di… endorfine. Lo rivela una nuova ricerca, condotta dall’associazione non-profit European College of Neuropsychopharmacology, secondo cui il cervello di chi possiede il vizio del gioco funziona in modo diverso rispetto a chi non è dipendente. La causa avrebbe a che fare con la particolare reazione di alcuni composti chimici chiamati oppioidi, i quali producono effetti simili a quelli della morfina.

 

L’esperimento ha coinvolto 14 individui affetti dalla patologia e 15 volontari sani, ad ognuno dei quali è stato misurato il livello di ricezione degli oppioidi attraverso la tecnologia PET (tomografia a emissione di positroni). Questi ricettori agevolano la comunicazione tra le cellule e vengono sostenuti dal movimento dei neurotrasmettitori o da composti chimici presenti nel cervello, tra cui le endorfine – sostanze che provocano sensazioni di gioia ed euforia.

 

I risultati della PET non hanno dimostrato alcuna differenza tra i ricettori dei giocatori d’azzardo e quelli degli altri partecipanti allo studio, mentre gli individui con altre dipendenze, quali alcol e droghe, possiedono un livello maggiore di oppioidi.

 

«Dopo aver analizzato alcune passate ricerche sulle dipendenze – per esempio sull’alcolismo – eravamo convinti che i giocatori d’azzardo avrebbero presentato un livello più alto di ricettori oppioidi, fatto che non abbiamo rilevato. Piuttosto, abbiamo riscontrato un netto cambiamento dopo l’esperimento con le anfetamine», ha spiegato il dottor Inge Mick durante il congresso tenutosi a Berlino.

 

Successivamente, infatti, ai partecipanti è stata somministrata una dose di anfetamine per favorire la produzione di endorfine, quindi è stata effettuata loro un’ulteriore PET. A questo punto i ricercatori hanno rilevato una netta differenza nella produzione di endorfine tra i partecipanti sani e quelli affetti dalla patologia.

Questi ultimi, infatti, hanno rilasciato una quantità decisamente minore di endorfine dei non-giocatori. In altre parole, la capacità di provare piacere e gioia, nei dipendenti, è minore rispetto agli altri.

 

 

 

(...omissis...)

 

 

copia integrale del testo si può trovare al seguente link:

http://www.bluewin.ch/it/lifestyle/style/2014/10/29/gioco-d_azzardo--cosa-accade-nel-cervello-.html

 

(Articolo pubblicato dal CUFRAD sul sito www.alcolnews.it)