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European Neuropsychopharmacology: prevenzione e trattamento della dipendenza da alcol

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Trattamento della dipendenza da alcol potrebbe salvare migliaia di vite ogni anno

Migliaia di vite ogni anno potrebbero essere salvate in Europa se si facesse un uso più frequente delle terapie contro la dipendenza da alcol. Lo dimostra uno studio pubblicato su European Neuropsychopharmacology.

L’alcolismo è una malattia cronica recidivante che solo nel nostro Paese riguarda circa 1 milione e mezzo di persone. L’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) stima che, nel mondo, l’alcol provochi complessivamente 2 milioni e mezzo di morti ogni anno, il 4% di tutti i decessi.
In Europa, meno del 10% delle persone con dipendenza da alcol riceve una terapia adeguata e più del 90% non viene adeguatamente trattato. Secondo lo studio, se si riuscisse ad aumentare la percentuale delle persone trattate al 40% si potrebbero salvare 11.700 vite ogni anno.
Si calcola che nel vecchio continente oltre il 12% dei decessi (120.000 persone) nella fascia di età tra i 15 e i 64 anni sia attribuibile all’alcol. La dipendenza dall’alcol è la causa di circa 1 su 7 decessi tra gli uomini e 1 su 13 decessi tra le donne.
In Italia sono almeno 30mila l’anno i decessi per cause alcol-correlate e l’alcol rappresenta la prima causa di morte tra i giovani fino all’età di 24 anni. Nel nostro Paese le spese totali e sociali dovute all’abuso di alcol (mortalità e morbilità, perdita di produttività, assenteismo, disoccupazione, costi sanitari, etc.) rappresentano mediamente il 3,5% del Prodotto Interno Lordo, pari ad un valore di circa 53 miliardi di euro l’anno se rapportato al PIL 2010.
 “Considerando il peso economico sanitario attribuibile al consumo di alcol e, in particolare alla dipendenza da alcol, le attuali politiche di prevenzione dell’alcolismo dovrebbero essere integrate da misure volte ad aumentare il numero di persone che ricevono le terapie”, spiega il Professor Jürgen Rehm del Centre for Addiction and Mental Health della University of Toronto in Canada, primo autore dello studio.
I metodi di trattamento dell’alcolismo oggi disponibili si basano su interventi motivazionali, sulla terapia del comportamento cognitivo e su trattamenti farmacologici. Queste terapie hanno mostrato efficacia nel ridurre il consumo di alcol e potrebbero essere usate in aggiunta a misure restrittive come l’aumento del prezzo degli alcolici, il divieto di pubblicizzare bevande alcoliche o limitarne la disponibilità.
“L’ordine di grandezza dei vantaggi potenziali del trattamento dell’alcolismo, in termini di mortalità, sono paragonabili ai vantaggi potenziali derivati dalle altre misure di contenimento della dipendenza da alcol”, spiegano gli autori.
La ricerca è stata supportata da Lundbeck, azienda che si sta preparando a lanciare sul mercato nalmefene, un antagonista oppioide derivato dal naltrexone, sviluppato per la disassuefazione della dipendenza da alcool. Lo scorso dicembre il farmaco ha ottenuto il parere positivo dal Chmp dell’Ema.

 

(Articolo pubblicato dal CUFRAD sul sito www.alcolnews.it)