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European Society of Cardiology: fumo, a rischio la vita se si prosegue anche dopo l'ictus

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Fumo, a rischio la vita se si prosegue anche dopo l’ictus

Continuare a fumare dopo un ictus triplica le probabilità di morte, secondo una recente ricerca italiana presentata la scorsa settimana a Monaco durante il congresso della European Society of Cardiology. I cardiologi del San Filippo Neri di Roma, in collaborazione con i neurologi della Fondazione Santa Lucia, hanno anche scoperto che i pazienti prima riprendono a fumare e maggiore è il rischio di morte entro un anno.
Lo studio ha coinvolto 921 pazienti, 584 uomini e 337 donne con un’età media di 67 anni, fumatori abituali prima di essere ricoverati in ospedale per ictus. Scopo dello studio era quello di valutare gli effetti del riprendere a fumare dopo un ictus e verificare quanti pazienti sarebbero stati suscettibili alla ricaduta. Infatti, mentre erano in ospedale tutti i pazienti avevano smesso di fumare e avevano partecipato ad incontri di counseling motivazionale per smettere di fumare, e si erano dichiarati motivati a continuare l'astensione una volta dimessi. I pazienti sono stati intervistati dopo uno, sei e dodici mesi dall'uscita dall'ospedale rispetto all’uso di sigarette, ed entro la fine del primo anno il 53% aveva ripreso a fumare regolarmente. In un anno sono morte 89 persone e, una volta aggiustata l’analisi considerando variabili come l’età e le patologie (gravità dell’ictus, ipertensione, diabete), il rischio di morire entro un anno a causa del fumo era 3 volte superiore rispetto ai pazienti che non avevano ripreso a fumare. Inoltre, le donne e le persone più anziane sono risultate più vulnerabili. Da qui la necessità di adottare i trattamenti raccomandati per la cessazione del fumo con un approccio di lungo termine che preveda una consulenze individuale, un trattamento farmacologico e un sostegno post dimissione.
 
(Articolo pubblicato dal CUFRAD sul sito www.alcolnews.it)