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Evidenze disponibili sugli effetti nocivi del consumo alcolico

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Evidenze disponibili sugli effetti nocivi del consumo alcolico


Epicentro, il portale dell'epidemiologia per la sanità pubblica a cura del Centro nazionale di Epidemiologia, Sorveglianza e Promozione della Salute, presenta le evidenze disponibili in riferimento agli effetti nocivi del consumo alcolico, articolandole in base alle principali categorie di effetti dell’alcol.


1. Tossicità acuta
Il rischio di lesioni traumatiche in generale aumenta con la quantità ingerita in ciascuna singola occasione e con la frequenza di tali occasioni. L’occasione è definita come episodio di consumo di dosi ravvicinate, nell’arco di alcune ore, per cui l’alcolemia non si azzera tra l’una e l’altra. Le linee guida definiscono differenti soglie di consumo per singola occasione, caratterizzate da differenti livelli di rischio. E’ opportuno ribadire che tali soglie servono per fornire indicazioni operative, facilmente comprensibili a livello di popolazione, e perciò tendono a semplificare le situazioni, che nei singoli individui verosimilmente si associano a rischi diversi.
• Una soglia per la vita di tutti i giorni: le LLGG australiane la fissano, per entrambi i sessi, a >2 unità alcoliche (UA) in una singola occasione. Rimanendo al di sotto di tale soglia, il rischio di morte per trauma rimane basso, anche in caso di assunzione quotidiana di alcol.
• Una soglia da non superare mai, neppure eccezionalmente, perché comporta un sostanziale incremento di rischio di lesioni traumatiche, anche in caso di consumo episodico; corrisponde in pratica alla definizione di binge drinking: questo concetto ha però anche ulteriori implicazioni sotto il profilo del rischio (vedi più avanti). Le LLGG australiane fissano questa soglia a >4 UA, per entrambi i sessi, argomentando che, pur essendo l’aumento dell’alcolemia maggiore nelle donne a parità di dose assunta, le differenze comportamentali determinano nelle donne un minore rischio di lesioni traumatiche a parità di alcolemia.
Il CDC ed altre istituzioni/gruppi di esperti differenziano invece la soglia nei due sessi (>4 UA per gli uomini e >3 UA per le donne).
• Una soglia per situazioni speciali, caratterizzate dalla necessità di una piena lucidità e padronanza delle proprie capacità psico-fisiche: guidare auto e moto-veicoli, aeroplani, imbarcazioni; sciare, nuotare, ecc. In questi casi il consumo alcolico comporta un rischio immediato di danni sia alla persona che beve sia a terzi, per cui è consigliabile l’astensione completa. Particolare rilevanza ha, per la sua frequenza e per l’impatto sulla salute pubblica, la guida di veicoli sotto l’effetto dell’alcol, per la quale la legislazione vigente in molti paesi stabilisce un livello di concentrazione di alcol nel sangue che non deve essere superato (in Italia 0,5 g/lt). Prendendo come riferimento tale soglia legale, sono state predisposte delle tabelle per consentire a ciascuno di stimare il livello di alcolemia presumibilmente raggiunto in base al consumo di diverse bevande alcoliche prima di mettersi alla guida. A tal proposito, va sottolineato che assumere alcol fuori pasto determina, a parità di quantità consumate, incrementi dell'alcolemia sensibilmente maggiori (sino a due volte di più).
• Una soglia per i giovani I giovani fino a 25 anni, a parità di alcolemia, sono esposti, rispetto agli adulti, ad un rischio maggiore di incidenti e di lesioni traumatiche, per la loro relativa inesperienza e per la minore tolleranza all’alcol. Molte nazioni, compresa l’Italia, hanno stabilito una soglia legale di alcolemia più bassa (talora pari a zero) per i guidatori più giovani e/o che hanno preso la patente da pochi anni.


2. Dipendenza/abuso alcolico
Una vera e propria dipendenza, caratterizzata dai criteri diagnostici del DSM-IV (tolerance, sintomi di astinenza, ricerca compulsiva, ecc) colpisce una minoranza delle persone adulte (il 4% circa negli USA), ma si stima che una proporzione ben più elevata (circa un quarto degli adulti in America) abbia modalità di consumo che li espongono ad un maggior rischio di sviluppare dipendenza/abuso alcolico.
Diversi fattori sono associati al rischio di diventare alcol-dipendenti.
• L’età a cui si inizia a bere alcol.
Il rischio di sviluppare dipendenza aumenta di 4 volte se si inizia a bere a 15 anni o prima. I nuovi casi di alcol-dipendenza raggiungono il livello massimo a 18 anni, mentre calano drasticamente dopo i 25 anni. Situazioni di dipendenza/abuso alcolico insorgono con minor frequenza se i giovani iniziano ad assumere alcol sotto il controllo dei familiari.
• La quantità di alcol consumata in media al giorno.
Diversi studi evidenziano che all’aumentare del consumo medio giornaliero di alcol si osserva un incremento del rischio di sviluppare alcol-dipendenza, che diviene sostanziale se le quantità sono elevate.
• Le modalità di consumo.
Frequenti episodi (almeno una volta alla settimana) di binge drinking (>4 UA per gli uomini e >3 UA per le donne), oltre ad essere di per sé un indicatore di consumo alcolico inappropriato, sono un fattore di rischio per lo sviluppo di dipendenza alcolica.


3. Effetti nocivi sugli organi da esposizione cronica
Il consumo abituale di alcol, in particolare in quantità non moderate, comporta un incremento del rischio di malattie importanti (oltre 50 patologie diverse, quali cirrosi epatica, pancreatite cronica, alcune malattie cardiovascolari e tumorali, disturbi neuropsichiatrici, effetti sulla gravidanza e sul feto, ecc).
Il rischio di sviluppare tali malattie dipende da diversi fattori.
• Quantità di alcol consumato
Il rischio cumulativo di morte per malattie alcol-correlate aumenta in funzione dell’entità del consumo medio. In entrambi i sessi, rimane ben al di sotto dell’1% se il consumo medio giornaliero è pari a due unità alcoliche, mentre triplica, superando la probabilità dell’1%, passando da una media di 2 a 3 UA al giorno.
• Sesso
Mentre per consumi medi e moderati le differenze di rischio tra i due sessi sono modeste, il rischio diviene decisamente più alto nelle donne se i livelli di consumo sono più elevati.
• Età
Consumi moderati (1-2 UA al giorno) in persone di mezza età o anziane (> 40-45 anni) sono associati secondo molti studi ad una riduzione del rischio di mortalità cardiovascolare, per cui l’effetto complessivo sulla mortalità totale potrebbe risultare protettivo (in assenza di contro indicazioni). Viceversa nelle persone più giovani non sono dimostrati effetti di questo tipo, e il rapporto esposizione/mortalità appare lineare.
• Modalità di consumo
Il contesto di assunzione di bevande alcoliche (a pasto o fuori pasto; in situazioni caratterizzate dal controllo sociale o meno) influenza la mortalità totale dovuta all’alcol. Il consumo fuori pasto aumenta l'incidenza di malattie croniche, quali malattie del fegato, ipertensione, cardiopatia ischemica. Anche gli episodi di consumo episodico eccessivo (binge drinking) contribuiscono a determinare un danno organico più grave.


Casi speciali In alcune condizioni l’assunzione di alcol è del tutto controindicata per la probabilità di effetti nocivi gravi anche con dosi modeste, in particolare:
• persone con patologie che possono essere aggravate dall’alcol (es. malattie del fegato) o che hanno già avuto problemi di dipendenza
• persone che assumono farmaci con cui l’alcol può interagire, potenziandone o riducendone gli effetti
• gravidanza (in atto o prevista) e allattamento.


Fonte: http://www.epicentro.iss.it/passi/rapporto2011/indicatori%20alcol/IndicatoriAlcol2011_sezI.pdf


http://www.diregiovani.it/istituzioni/campagna-prevenzione-alcolismo/cosa-dicono-gli-esperti-2/23183-alcol-effetti-nocivi.dg


(Articolo pubblicato dal CUFRAD sul sito www.alcolnews.it)