Facevo l'autotraspostatore. All'inizio bevevo solo nella pause, a pranzo e cena un litro di vino... È andata bene per un bel po' ma poi ho cominciato a esagerare...
Ho cominciato a bere all'età di quarat'anni, insieme agli amici del bar.
All'inzio era solo un modo per stare in compagnia: dalle mie parti, nella bergamasca, è un fatto culturale.
Era divertente bere tutti insieme, si rideva e si scherzava.
Io sono sempre stato molto chiuso, timido, e quando bevevo mi trasformavo, diventavo un altro: ero spiritoso, spigliato, insomma agli altri piacevo di più, e piacevo anche a me stesso.
Era l'unico modo per stare in mezzo alla gente, per non rimanere da solo e piano piano è diventata una dipendenza.
Con l'alcol ho perso tutto: la cura di me stesso, la dignità e la mia famiglia.
Prima di iniziare a bere ero sempre profumato e vestito bene poi ho cominciato a non cambiarmi più nemmeno la camicia; le persone con le quali inizialmente ridevo al bar hanno iniziato ad evitarmi e quando mi vedevano dicevano:" E' arrivato l'ubriacone".
Ho una moglie e un figlio di trent'anni, che non sento più da tempo, si sono entrambi dimenticati che esisto.
Vivono nel paese vicino al mio, ma non si fanno mai sentire.
Lo stesso purtroppo vale per le mie sorelle, una delle quali oggi è tornata a occuparsi di me.
Per quanto riguarda gli amici...beh, amici veri non sono mai stati.
Amici del bar, amici di una sera.
I veri amici erano i colleghi di lavoro, autostraportatori come me.
Sul lavoro ho sempre rigato dritto, non ho mai bevuto al volante.
Durante le pause sì, a pranzo e cena un litro di vino, spesso in compagnia, ma mai durante il turno.
È andata bene per un bel po' ma poi ho cominciato a esagerare: mi hanno fatto dei richiami, che però non sono serviti a niente.
Poi c'è stato un grave incidente e si è giocato il mio destino: mi hanno riconosciuto l'invalidità e non ho più lavorato fino alla pensione.
Ma anche quello non mi ha fermato, ho continuato a bere ancora di più e ne ho combinate di tutti i colori.
Nel 2008 sono entrato per la prima volta in una comunità, all'inizio è andata bene poi è ricominciato tutto da capo e visto che lì non c'era il vino bevevo addirittura i profumi e deodoranti dei miei compagni.
Negli ultimi anni è stato un continuo entrare ed uscire dalle comunità e dalle cliniche; ogni volta si ripeteva sempre la stessa cosa: stavo bene per un pò, poi uscivo, bevevo fino a stare male, andavo a finire in ospedale e il SerT mi faceva di nuovo rientrare in comunità.
A 58 anni ho pensato che non ce l'avrei più fatta a vivere in questo modo e che sarei morto, così ho chiesto io al SerT di entrare al CUFRAD per trascorrere il resto della mia vita in modo diverso.
Da quando sono qui non ho più bevuto alcolici.
Ogni tanto la voglia di"sballarmi"ce l'ho ancora ma ora so che c'è tanta gente vicina a me che ha gli stessi problemi che ho io, con cui posso parlarne senza vergognarmi.
C'è una differenza importante tra prima e adesso: prima ero in compagnia solo da ubriaco, adesso lo sono sempre, tutto il giorno 24 ore su 24, e questo mi fa stare bene.
Mi sono fatto degli amici e se non sto bene posso chiedere aiuto, ho sempre qualcuno con cui scambiare due parole e quando non ho voglia di parlare ascolto le voci degli altri che sono intorno a me.
Finalmente non sono più solo, mi sento al sicuro, sono protetto e ho imparato che posso ridere e scherzare anche senza bere.