Famiglia, alla ricerca della normalità perduta
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La pretesa e la difesa della normalità come bandiera, da sventolare orgogliosamente in periodi difficili come questo, dove la non normalità è dilagante. Si può sinteticamente ridurre a questo concetto il leit motive dell'ultima fatica letteraria di Don Chino Pezzoli, "Genitori al timone".
Il sacerdote bergamasco, impegnato da trent'anni nel recupero di alcolizzati e tossicodipendenti, ha voluto così ribadire la centralità della famiglia e l'autorevolezza dei genitori quali basi fondanti per una crescita sana, su cui la droga esercita uno scarso appeal. Non sono stati evitati argomenti scomodi come le famiglie mononucleari e i genitori gay. L'offensiva lanciata non ha risparmiato nemmeno i mezzi di comunicazione. I bambini, lasciati soli davanti alla tv, sono investiti da un flusso di immagini e informazioni che faticano a decodificare. Il rischio in questo caso è che il flusso informativo si depositi nell'Io profondo, con la conseguenza di avere ragazzi sempre più passivi. L'accumulo di immagini a livello profondo stimolerebbe il tentativo di riattivare quelle stesse immagini attraverso l'uso di sostanze eccitanti.
Spiegato dunque il motivo per cui le 30 strutture, tra comunità e centri di ascolto, gestite in tutta Italia dalla Fondazione Promozione Umana di don Chino Pezzoli, non accettano Ipod e telefonino, ne concedono la compagnia della tv, eccezion fatta per i telegiornali.
C'è chi vi critica eccessivo rigore, ma i numeri, intesi come percentuali di tossicodipendenti recuperati dalle comunità di don Chino fin'ora danno ragione alla caparbietà tutta bergamasca di quest'uomo.
Redattore: Staff Dronet